Anche dopo la morte Paolo Villaggio riesce a compiere un miracolo: riunire sotto una sola voce di cordoglio i litigiosi esponenti della politica italiana. Tra i numerosissimi saluti e ‘coccodrilli’ per così dire ‘istituzionali’, quelli che rimarranno sicuramente più impressi nella memoria sono quelli del leader del M5S, Beppe GRILLO, e del fondatore di Forza Italia, Silvio berlusconi. Grillo, come sempre, si serve della Rete pubblicando un post sul suo blog, poi ‘ripostato’ sulla sua pagina Facebook. Berlusconi, invece, rilascia un lungo e sentito comunicato alle Agenzie di stampa.

Ma vediamo come i due uomini politici hanno commentato la morte di Paolo Villaggio.

La nota di Berlusconi: ‘Personalmente perdo un amico’

Logico che il padrone di Mediaset, oltre che leader politico di Forza Italia, tenga alla commemorazione del grande attore comico Paolo Villaggio come di una persona con cui dice di aver condiviso esperienze indimenticabili sul piano “professionale”, oltre che su quello “umano”. Il tycoon della tv Berlusconi, con la scomparsa di Villaggio non perde solo quello che lui definisce un “amico”, ma anche un “artista geniale” che, con i suoi film e il suo talento, ha regalato risate a “generazioni di italiani” ma, allo stesso tempo, ha fatto “riflettere” sugli usi, i costumi, i rapporti umani e di lavoro che si sono evoluti e trasformati nell’Italia degli ultimi 50 anni.

Secondo l’esperto di cinema e spettacolo Berlusconi, il vero senso della novità introdotta dal comico genovese è quello di aver saputo inventare un “linguaggio nuovo, brillante e coinvolgente”. Insomma, un “grande professionista” con cui era “un piacere lavorare”. Al leader di FI mancheranno soprattutto tre qualità di Villaggio: “l’ironia intelligente e graffiante”, la capacità di “cogliere il lato comico della vita” e la “saggezza amara delle sue riflessioni”.

Un ricordo struggente di quello che era un “uomo libero”, un “vero anticonformista” sempre pronto a schierarsi contro il Potere politico e culturale con l’unica arma che sapeva usare: l’ironia.

Il post di Grillo: Villaggio come Sordi

Non meno sentito il ‘coccodrillo’ scritto da Beppe Grillo il quale, come accennato, prova un “dolore sordo” per la dipartita dell’amico.

Il comico, genovese come Villaggio, prova a scherzarci su (“macché morto, sono balle…”), ma stavolta la sua è un’ironia amara, velata di lacrime. Il fondatore del M5S paragona la perdita di Paolo Villaggio nel suo cuore alla scomparsa di un altro grande della risata italiana: Alberto Sordi. Secondo Grillo, come l’attore romano, Villaggio era un “ultraitaliano” che è riuscito a mostrare in maniera magistrale il lato peggiore degli italiani.

“Nel rappresentarci davano la sensazione di capirci”, continua Grillo, anche se i due, Sordi e Villaggio, per alcuni aspetti erano molto diversi, soprattutto per i personaggi interpretati nei loro film. Villaggio, a differenza di Sordi, era “inavvicinabile e indecifrabile”.

Insomma, per Grillo oggi abbiamo perso un “grande artista” che ha saputo rappresentare meglio di ogni altro l’anelito degli esseri umani a ribellarsi al padrone, anche se questa lotta molto spesso si rivela senza speranza. Lotta tra ricchi e poveri descritta perfettamente da Villaggio nella “sintetica critica alla Corazzata Potemkin che è ‘una cagata pazzesca’”.