Bologna. Le “okkupazioni” sono nate nel centro storico, in piazza Verdi, esattamente quaranta anni fa quando il movimento studentesco del Settantasette contestava “da sinistra” la città-simbolo governata dal Pci. Da allora è passato tanto tempo ma a Bologna c’è stato sempre qualche spazio “okkupato”, ovvero un centro sociale autogestito da gruppi di giovani alternativi che prima o poi venivano chiusi con la forza. E’ accaduto anche stavolta per il Làbas che era nato cinque anni fa in una ex caserma in via Orfeo.

Gli scontri fra la polizia e i giovani

E pure stavolta non sono certamente mancati gli scontri fra la polizia schierata con blindati, caschi manganelli e almeno una cinquantina di giovani che si sono schierati seduti in parte davanti all’entrata, mentre altri si sono nascosti dentro, decisi a difendere il loro centro autogestito. Così Bologna ha vissuto un’altra giornata di manganellate da parte degli agenti a cui è stato replicato con fumogeni e petardi. Dopo qualche ora di “battaglia urbana”, che ha fatto ripensare al Settantasette, la polizia è riuscita a entrare nel centro sociale autogestito e a sgomberarlo.

Il Làbas era apprezzato da gente del quartiere

Ma il Làbas non è un centro “okkupato” di ritrovo di giovani studenti alternativi, magari con la cresta da punk, che vogliono organizzare solamente feste con musica a palla e tante casse di birra.

Si tratta di uno spazio che gli studenti hanno utilizzato per mostre, incontri, attività sociali a favore delle fasce più deboli della popolazione tanto da conquistarsi l’apprezzamento di una buona parte delle persone che vivono nei quartiere, nei dintorni di via Orfeo. Insomma non è mai stato un corpo estraneo alla città, è stato “autogestito” con un certo giudizio.

Il collettivo annuncia altre azioni di lotta

Quindi non basta l'azione di forza per chiuderlo e metterci una pietra sopra. Subito sono partite una raffica di dichiarazioni da parte di politici favorevoli e contrari alla decisione della magistratura che ha incaricato la polizia di procedere all’operazione di sgombero. Una parte del collettivo di Làbas, subito dopo essere stata sgomberata, si è trasferita in piazza Nettuno a due passi dalla sede del Comune per spiegare, nel corso di un'improvvisata conferenza stampa, che non tutto è finito, al contrario cominceranno presto azioni di lotta per riprendersi spazi lasciati liberi e metterli a disposizione dei cittadini. Queste almeno sono le intenzioni a botta calda.