Associazione a delinquere ex art. 416 bis ('ndrangheta), estorsione, detenzione e porto abusivo d'armi, lesioni e danneggiamento aggravati dal metodo mafioso, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio, abuso d'ufficio, rivelazione ed utilizzazione di segreto d'ufficio e favoreggiamento personale. I capi d'accusa indicati riguardano 27 persone, tutte rinviate a giudizio nell'ambito di un'operazione condotta dai carabinieri di monza e Milano, collegata all'inchiesta "Infinito" che nel 2010 svelò il fitto intrigo di affari stretti tra politici, imprenditori e rappresentanti calabresi e lombardi della criminalità mafiosa.
Complessivamente sono state emesse 21 ordinanze di traduzione in carcere, tre richieste di Arresti domiciliari e tre di tipo interdittivo. Gli arresti sono avvenuti nella prima mattina di martedì 26 settembre tra Milano, Monza, Como, Pavia e Reggio Calabria.
Rapporti da chiarire tra il costruttore Lugarà e i due indagati "eccellenti"
Il sindaco "social" che ogni giovedì interveniva in diretta su Facebook alle 12:30 per rispondere alle domande della sua gente, riveste un ruolo importante sul versante politico dell'inchiesta della Procura di Monza e della Dda di Milano: appoggiato da Lega e Forza Italia - di cui Mantovani è rappresentante in seno al Consiglio regionale lombardo - Mazza, avvocato civilista trentottenne, parrebbe aver garantito ad Antonino Lugarà diversi favori (tra i quali la concessione dell'area "ex Dall'Orto" del comune di Seregno per l'edificazione di un supermercato) come contropartita per la vittoria nelle elezioni comunali del 2015.
Il consigliere ha rivelato di non essere a conoscenza delle indagini né delle perquisizioni domiciliari in concomitanza con gli arresti, professandosi comunque "a disposizione della legalità e della giustizia". Inoltre sindaco e consigliere sarebbero stati da tempo messi a conoscenza delle indagini pendenti a loro carico da una "talpa" della Procura che avrebbe riferito in tempo reale e dalla propria postazione di lavoro, ogni novità inerente il caso sin dall'avvio delle indagini nel 2015.
Lugarà, ritenuto fraterno amico di Mantovani, sarebbe stato individuato dagli inquirenti come l'uomo di raccordo tra i vertici politici locali e diversi personaggi appartenenti ad una famiglia di San Luca (RC), i quali con ogni mezzo necessario avrebbero tentato di ritagliarsi un ruolo predominante nel riciclaggio del denaro proveniente dalla vendita di droga e dalle estorsioni.
Diversi episodi di violenza avvenuti nella piazza centrale di Cantù (CO) e in altri centri del circondario non erano stati denunciati, in virtù della pericolosità dei soggetti ora sottoposti alle misure cautelari.
Procuratore aggiunto DDA Boccassini: "facile infiltrazione della 'ndrangheta nelle istituzioni"
Un punto più volte sottolineato dal magistrato antimafia, insieme alla gratuità della violenza utilizzata come strumento di coercizione per ottenere favori, è la presunta capacità dei personaggi indagati di intrattenere rapporti a livelli profondi col tessuto istituzionale e produttivo locale. Il Procuratore, comunque, rimarca una nota positiva emergente dagli arresti di ieri mattina: una persona sfuggita all'inchiesta principale sette anni fa è stata finalmente iscritta nel registro degli indagati.
Ironica e tragica constatazione: il soggetto in questione avrebbe preso parte ad un importante summit che radunava famiglie affiliate a cosche locali e non solo, tenutosi nel centro congressi di Paderno Dugnano intitolato alla memoria dei giudici Falcone e Borsellino. Segno inequivocabile, questo, di come anche i simboli della lotta alla criminalità non siano alieni alla penetrazione della mafia più pericolosa e istituzionalizzata del mondo.