Un corteo antifascista ha cercato di sfondare il blocco per raggiungere l’hotel all’interno del quale si teneva un comizio del leader di casapound, aprendo così ancora una volta il capitolo di scontri e violenze che pervade lo stivale.

Ore 20:00

A metà serata il corteo antifascista, schierato dietro uno striscione su cui vi era scritto "Resisteremo ad oltranza" presidiato da attivisti dei centri sociali, sindacalisti di base, anarchici, No Tav dalla Valle di Susa, studenti delle scuole superiori, militanti di Potere al Popolo, parte dalla stazione di Porta Nuova di Torino e punta all’hotel NH nel centro città in cui il leader di Casa Pound, Simone Di Stefano, presenta il programma ed i candidati, ma a 200 metri dall’albergo la polizia forma un cordone e blocca i 500 attivisti con varie cariche di alleggerimento e gli idranti, cercando di spegnere l’odio che attanaglia l’Italia da più di un mese.

Inseguimenti e traffico impazzito

Il Corteo si snoda passando attraverso un cantiere vicino alla nuova stazione di Porta Susa e per le vie laterali, cercando di cogliere di sorpresa le forze dell’ordine, i momenti di tensione sono salito alle stelle quando i manifestanti hanno divelto le barriere, spezzato le lastre di pietra del pavimento ed iniziato a lanciare bottiglie, petardi e bombe carta non dando alcun segno di battuta d’arresto; le forze dell’ordine, a quel punto, oltre al getto degli idranti hanno dovuto caricare nuovamente, l'azione seguita a un fitto lancio di lacrimogeni è stata svolta per cercare di spingere il corteo verso Porta Susa e via Garibaldi, ma ciò ne ha scaturito un inseguimento da un isolato all’altro.

Una Torino devastata

Manifestanti e polizia si scontrano duramente lasciando nel centro di Torino sporcizia, bidoni dell’immondizia incendiati e nell’aria ancora l’odore acre dei lacrimogeni sparati dalla polizia per disperdere gli attivisti. Uno scudo umano rimane a protezione dell’hotel, dove Simone Di Stefano sta presentando il programma, segnando così una linea di demarcazione, ma i manifestanti non demordono e cercano altre vie d’accesso all’albergo, i caschi blu seguono le loro mosse e all’interno del gruppo si levano in coro slogan come: “Vogliamo Simone Di Stefano” e "A Torino come a Palermo”, un chiaro riferimento all'aggressione nei confronti di un esponente di Forza Nuova.

Non è mancata la controffensiva da parte di un gruppetto di supporter di CasaPound che ha provato a scavalcare le transenne al grido di “bastardi”, proprio quando il corteo è arrivato nella traversa di fronte all’hotel in via Colli.

Due ore di scontri

Gli schieramenti si fronteggiano per 2 ore di guerriglia, sino a quando l’aria diventa satura a causa dei lacrimogeni sparati, il bilancio è di 6 poliziotti rimasti feriti durante un contatto ravvicinato con i manifestanti dall’esplosione di bombe carta contenenti chiodi e cocci.

Il più grave è stato colpito ad una gamba da un bullone conficcato in un petardo, rendendo così necessario un intervento chirurgico. Due giovani manifestanti sono stati bloccati e uno è stato trattenuto in stato di fermo. Non proprio un bel via in vista dei cortei di sabato 24 febbraio a Roma.