Si è svolta nel pomeriggio del 27 marzo, presso l'Istituto di Medicina legale di Sassari, la seconda parte dell'incidente probatorio disposto dalla Procura della Repubblica di Cagliari sul caso del rogo in cui morì Manuel Piredda, nel 2011 in Sardegna.

Si è trattato di una perizia sulle ustioni riportate da Valentina Pitzalis. La ragazza di Carbonia rimase sfigurata nell'incendio divampato nell'abitazione del giovane a Bacu Abis, in cui il 28enne rimase ucciso. Lo scorso agosto l'apertura di un fascicolo d'indagine per omicidio volontario e incendio doloso a carico della ragazza, nel 2011 ritenuta unica vittima, sopravvissuta alla furia del marito.

Il caso venne allora archiviato per morte del reo. Da anni, la famiglia del giovane rigetta la dinamica cristallizzata e sfociata nel decreto di archiviazione, che indica il Piredda come responsabile dell'aggressione ai danni della Pitzalis, condotta con liquido infiammabile. La seconda fase dell'incidente probatorio segue quella del 13 febbraio scorso, che verteva sull'analisi sul cellulare della Pitzalis, dispositivo che la stessa ha dichiarato avere in suo possesso il giorno dell'accaduto.

I genitori, Roberta Mamusa e Giuseppe Piredda, hanno sempre rigettato la versione restituita dal racconto della ex nuora, e chiedono da anni attenzione sulla vicenda che, per loro, avrebbe molti contorni ancora indefiniti.

Attenzione che sono certi di poter avere attraverso la spinta propulsiva del loro pool difensivo, e si dicono oggi soddisfatti degli attuali sforzi della magistratura sul caso.

Ustioni compatibili o no?

La perizia sulle ustioni, ancora oggi ben visibili sul corpo di Valentina Pitzalis, è stata condotta al fine di appurarne la compatibilità con la dinamica dei fatti che ha descritto.

Uno degli interrogativi di fondo avanzati dalla difesa dei Piredda è quello relativo al 'cosa' potesse effettivamente vedere Valentina Pitzalis in quell'inferno di fumo durante l'incendio in quella casa, nella notte tra il 16 e il 17 aprile 2011.

Secondo i genitori del ragazzo, si tratta di un quesito molto importante a cui dover rispondere, in quanto la Pitzalis, nell'immediatezza dell'accaduto, fornì agli inquirenti una descrizione particolarmente puntuale dello stato del corpo di Manuel Piredda.

Stato del corpo che la ragazza, secondo i Piredda, non avrebbe potuto minimamente vedere sulla base delle gravissime ustioni riportate a carico del volto.

I dubbi della famiglia Piredda

Ancor più, ribadiscono i genitori del ragazzo, se si pensa al fatto che il giovane sarebbe deceduto in un ambiente diverso da quello in cui i soccorritori hanno recuperato, non senza fatica (data dalla visibilità pressoché nulla), la giovane donna per poterla strappare alla morte. Il corpo di Manuel Piredda giaceva in posizione simil fetale davanti all'ingresso dell'abitazione, semicarbonizzato. Valentina Pitzalis in un'altra stanza.

Uno dei cardini su cui da sempre si muove la tesi dei genitori del ragazzo di Gonnesa è legato inscindibilmente al momento della morte del giovane.

Perché, secondo quanto affermano i genitori, il corpo del giovane sarebbe stato posto sotto sequestro per due giorni senza che venisse effettuato il riconoscimento del cadavere da parte di un congiunto. Né il padre né la madre avrebbero visto il corpo di Manuel, che sarebbe stato restituito alla famiglia solo poche ore prima dei funerali, con la bara sigillata.

Altra difformità rispetto alla prima versione accertata nel 2011 sarebbe evidenziata dalla presunta presenza di oggetti sulla scena del crimine che richiamerebbero, secondo la famiglia del ragazzo, uno scenario ascrivibile a quello di una colluttazione. Per i coniugi Piredda, essi costituirebbero un vero e proprio enigma investigativo.

Questi oggetti, secondo la famiglia del ragazzo, avrebbero necessità di trovare una giusta collocazione e un univoco inquadramento: perché erano vicini al cadavere di Manuel Piredda? Lo chiedono con insistenza i genitori, che ribadiscono la ferma soddisfazione per le indagini in corso che "finalmente - dice la Mamusa - potranno dire una volta per tutte come è morto esattamente Manuel".

Il prossimo passo da compiere è la riesumazione con relativa autopsia sul corpo del ragazzo. Esame autoptico che non fu mai effettuato e che potrebbe dissolvere ogni eventuale dubbio sull'accaduto.