Recentemente Gaza è stata interessata da nuovi episodi di violenza, che hanno visto l'uccisione di diversi manifestanti palestinesi da parte dei cecchini dell'esercito israeliano. Le violenze dei militari dello stato ebraico sono avvenute durante la 'Marcia del Ritorno' e sono state condannate dalla maggior parte delle organizzazioni umanitarie e da parte dell'opinione pubblica, nonché da diversi stati. Inoltre, c'è da dire che sulla tragica vicenda si sono create delle trasversali 'narrazioni ideologiche' e si è assistito anche ad evidenti strumentalizzazioni.

La nuova chiamata alle armi di Hamas e l'annuncio: 'Pagheremo i parenti dei martiri'

Secondo quanto sostenuto da diversi media, la nota organizzazione islamista Hamas è stata la principale promotrice della manifestazione palestinese nota come 'Marcia del Ritorno'. Inoltre, a seguito della repressione israeliana, i vertici di Hamas hanno alzato la posta in gioco e hanno annunciato di essere pronti a nuove proteste contro Israele. Andando maggiormente nello specifico, e stando a quanto riportato in un articolo scritto sul sito web del Messaggero, i vertici del gruppo islamista hanno anche promesso che daranno almeno tremila dollari a chi è stato e/o verrà ucciso per mano israeliana.

L'ipotesi alternativa: 'Il governo della Turchia ha pianificato la Marcia del Ritorno'

Indubbiamente uno dei politici che ha maggiormente criticato Israele per la repressione di Gaza è stato l'attuale presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan, considerato uno dei più forti supporter della causa palestinese e dell'opposizione globale ad Israele.

Lo stesso premier del governo turco ha recentemente dato del "terrorista" al premier dello stato ebraico Benjamin Nethanyahu e, d'altro canto, non è un mistero la sua vicinanza ad Hamas. Difatti, lo stesso gruppo islamista palestinese ha potuto recentemente aprire una base ad Istanbul e sia Hamas che Erdogan sono legati alla Fratellanza Musulmana, l'organizzazione mainstream più importante dell'islamismo internazionale.

Tali fatti hanno fatto pensare a un presunto coinvolgimento dello stesso governo della Turchia nelle proteste palestinesi e, secondo un articolo del sito web Rights Reporter, dietro la stessa 'marcia del ritorno' potrebbe esserci stato lo zampino di Erdogan. Ovviamente si tratta di mere supposizioni ma, d'altro canto, esse non appaiono del tutto infondate.