Quando si dice che la Scuola non è più quella di una volta non si va troppo lontani da quella che è l'amara verità. Se fino a poco tempo fa i genitori rimproveravano i loro figli quando i professori rilevavano comportamenti anomali sia nell'ambiente che nell'andamento scolastici, ora, invece, si sta assistendo sempre di più a un'inversione di tendenza: i professori riprendono gli alunni per qualsivoglia motivo e si ritrovano a dover affrontare genitori a dir poco adirati, pronti a far uso della violenza credendo che l'errore sia stato di quella persona 'estranea' che non doveva in alcun modo permettersi, non doveva 'osare, di riprendere un ragazzo che non è suo figlio e col quale ha soltanto un rapporto puramente professionale.

L'ultimo caso arriva dall'istituto tecnico commerciale Russel-Moro di Torino, dove un insegnante, colpevole di aver sanzionato il ritardo di un suo alunno e di averlo mandato in biblioteca viene malmenato dai genitori del ragazzo.

Il caso

Dopo essere entrato in classe in ritardo, l'alunno viene ripreso dal professore, il quale, invece di farlo sedere in classe, lo manda in biblioteca. Da lì, il giovane allerta i genitori e altri due parenti che si precipitano all'istituto e colpiscono il professore con un pugno alla mandibola. Poi si danno alla fuga. Un comportamento che testimonia il sentimento di disagio che, negli ultimi tempi, si sta diffondendo e generalizzando sempre più, dato che non si tratta di episodi sporadici, e a cui non si riesce a porre un freno, ma al quale si potrebbe far fronte promuovendo investimenti nell'edilizia, nelle strutture e nella consistenza del personale.

Alla base di questi comportamenti vi è sicuramente un problema nei rapporti tra studenti, famiglie e scuola. Anche la polizia che è intervenuta prontamente sul posto, mentre il docente è stato portato in ospedale per essere medicato, ha ribadito che la difficoltà principale consiste nel riconoscimento dei ruoli svolti all'interno dell'ambiente scolastico; pertanto, gli aggressori devono essere necessariamente puniti.

La preside

A parlare è anche la dirigente scolastica, Marina Maifredi, la quale non riesce a darsi pace per quanto accaduto. Sottolinea, inoltre, il dolore del professore non soltanto fisico, ma soprattutto psicologico derivante dall'umiliazione che ha subito nel suo luogo di lavoro, dov'è stimato da tutti, e dove ha semplicemente cercato di far rispettare le regole imposte dal mondo della scuola.