Firenze - Oggi, 8 maggio 2018 un bambino di soli otto mesi è deceduto a causa di meningite al nasocomio Meyer della città di Firenze. E' accaduto dopo un duro e difficile combattimento con la febbre alta e le difficoltà respiratorie. Il piccolo era stato trasportato in ospedale sabato 5 maggio con il pronto soccorso proveniente dal Mugello. Le sue condizioni di Salute si sono presenate subito molto gravi ai medici che lo hanno assistito. Gli esami hanno confermato la presenza di un'anomalia: si trattava di una meningite da pneumococco, un virus differente dal meningococco C, il più diffuso in Toscana, che tanta preoccupazione ha provocato negli ultimi tre anni nella regione.
Al via con gli esami per scoprire le cause della morte del piccolo
Il bambino aveva cominciato il percorso di vaccinazione che nei neonati può avere inizio dopo i sei mesi: aveva eseguito la prima quantità di antidoto che, però, non assicura la protezione totale. La protezione, tra l'altro, varia da persona a persona. Per compredere che cosa sia esattamente accaduto al piccolo, nei prossimi giorni, verranno eseguiti degli esami immonologici sul suo corpo. Esclusa, invece, la perizia autoptica. Da quanto assicurato dal nasocomio Meyer di Firenze, finora, al bambino è stata letale una sepsi fulminante, ovvero un'infezione irrefrenabile provocata proprio dal batterio del pneumococco.
Che cos'è esattamente il batterio pneumococco?
Il pneumococco è un batterio piuttosto frequente: come precisa il centro nazionale per la prevenzione delle patologie e la promozione della salute dell'Istituto superiore della sanità, "Streptococcus pneumoniae", il germe più diffuso di una patologia batterica invasiva. Oltre alla meningite può provocare situazioni cliniche di sepsi polmonite o contagio delle prime vie areree, come ad esempio l'otite.
Le meningiti e le sepsi pneumococciche si manifestano in modo del tutto occasionale. Il decesso nei soggetti in età adulta è di circa il 10%. La meningite da pneumococco non è affatto infettiva: se per quella da meningococco, le strutture d'igene dell'Asl di riferimento devono azionare subito la prevenzione antibiotica su tutti i soggetti che hanno avuto contatti di lungo termine e in ambienti serrati col paziente infetto nelle ultime settimane, per lo pneumococco non esistono misure cautelari da prendere, nemmeno per i parenti più stretti.