Da molti anni si sono perse le tracce di Vincenzo iaquinta, uno degli eroi sportivi dell'estate del 2006, che consegnò al popolo italiano la prestigiosissima Coppa del Mondo sotto il cielo di Berlino. Con l'arrivo di Antonio Conte sulla panchina bianconera, però, l'attaccante calabrese venne messo fuori rosa e, progressivamente, si allontanò dal mondo del pallone, anche a causa di una serie sfortunata di infortuni che lo costrinsero a restare fermo ai box. Recentemente, si è tornato a parlare di lui, ma questa volta il calcio non c'entra nulla.

La vicenda

Nella giornata di ieri, sono arrivate richieste davvero pesanti da parte dei magistrati che si sono occupati del cosiddetto processo Aemilia. Di che cosa si tratta, nello specifico? Il processo Aemilia rappresenta, senza ombra di dubbio, uno dei procedimenti più grandi e importanti contro la 'ndrangheta che si siano mai affrontati al Nord e, nello specifico, in Emilia Romagna, dove ben 147 persone sono state accusate di infiltrazione mafiosa. Per tutti gli imputati è stato richiesto il carcere, con pene più severe a seconda della gravità dei fatti e del maggiore o minore grado di coinvolgimento nella triste vicenda. Michele Bolognino, Gaetano Blasco e Pasquale Brescia sono coloro che, se le richieste dei magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Bologna dovessero essere confermate, sconterebbero la pena maggiore, mentre altri imputati potrebbero cavarsela con pene inferiori.

Tra questi, spunta anche il nome dell'ex calciatore Vincenzo Iaquinta.

Sei anni per Iaquinta

Sembra incredibile, ma anche l'ex campione del mondo Vincenzo Iaquinta, insieme al padre Giuseppe, è coinvolto nell'ormai famoso processo Aemilia. L'ex bandiera dell'Udinese, infatti, è accusato di reati relativi ad armi, con la non trascurabile aggravante mafiosa, mentre al padre è stata contestata una diretta affiliazione con la 'ndrangheta.

Anche con loro, i magistrati di Bologna non si sono dimostrati particolarmente clementi e, mentre per il calciatore sono stati richiesti sei anni di reclusione, per il papà si è arrivati a diciannove. Entrambi sembra abbiano richiesto di potersi difendere tramite rito ordinario. Insomma, sembrano davvero lontani i tempi in cui Vincenzo Iaquinta faceva emozionare tutto il popolo italiano con quella folle esultanza dopo il suo goal al Ghana, nella gara inaugurale del Mondiale in Germania. Se all'epoca, infatti, faceva impazzire i difensori avversari, ora toccherà a lui difendersi.