Una ragazzina di 15 anni, in Indonesia, è stata arrestata dopo aver abortito. La ragazza messa in manette è una giovane vittima di stupro: da settembre sino al momento dell'arresto, il fratello 18enne l'ha violentata circa otto volte. In uno dei tanti abusi, la ragazzina è probabilmente rimasta incinta ma, vista la giovane età, al sesto mese di gravidanza la stessa ha deciso di abortire. Nonostante il fratello sia stato condannato a 2 anni di carcere, la 15enne dovrà scontare ben sei mesi di reclusione. Tale decisione deriva dal fatto che in Indonesia l'aborto è consentito solo se la donna incinta versa in gravi condizioni di salute, tra la vita e la morte, oppure entro i due mesi dalla violenza sessuale, dietro il consenso e l'esecuzione all'aborto da parte di un medico specializzato.

Questi due requisiti mancavano alla ragazzina, che dunque passerà la prossima metà dell'anno in carcere.

La condanna ai due fratelli

Il fratello - un ragazzo di appena 18 anni - è stato comunque accusato di violenza sessuale e pertanto dovrà scontare 2 anni di carcere, cosi come comunicato da Singgih Hermawan, vice capo della polizia di Batanghari (Jambi). La condanna è arrivata poichè il ragazzo è stato ritenuto colpevole di aver compiuto atti sessuali forzati nei riguardi di una minore, in questo caso la sorellina di appena 15 anni. L'accusa del ragazzo aveva però chiesto per lui una pena di ben 7 anni, poi ridotta a 2 dalla Legge indonesiana. Simile riduzione per la ragazzina: si era arrivati in tribunale con una richiesta di un anno, alla fine commutata in 6 mesi di reclusione.

La mamma della 15enne messa sotto accusa

Altri particolari raccapriccianti, emersi nel corso del processo alla 15enne, rivelano anche il ritrovamento di una testa di un feto vicino ad una piantagione. E' stato proprio questo il ritrovamento che ha fatto insospettire la polizia che ha poi proceduto all'arresto dei due, ovviamente per differenti motivi.

Fra gli imputati anche la mamma della ragazzina, che pare sapesse tutto e abbia aiutato la figlia nel tentativo di abortire. Anche lei è stata accusata e adesso si attende la sentenza definitiva dal Tribunale. La donna potrebbe avere una pena ridotta poichè ha confessato subito di aver aiutato la figlia, per via della vergogna che la stessa avrebbe provato una volta che i vicini fossero venuti a conoscenza del nuovo arrivo in famiglia. L'aborto avrebbe risolto tutto, peccato però che la legge indonesiana non lo consenta, specie se si è al sesto mese di gravidanza.