Brutalmente ucciso dai suoi assassini, che l’hanno colpito alla testa con uno o più oggetti. Il povero Manuel Careddu è morto per un “politrauma cranico”, la notte dello scorso 11 settembre. Le parole del super perito, Roberto Testi, sono certezze. L’autopsia effettuata ieri mattina all’obitorio dell’ospedale San Martino di Oristano ha pronunciato il primo verdetto. Confermato anche dal procuratore della Repubblica di Oristano, Ezio Domenico Basso, che ieri mattina ha parlato con i giornalisti e ha spiegato che comunque “il corpo senza vita di Manuel non è stato sezionato.
Ma i suoi assassini si sono accaniti sul giovane, hanno fatto uno scempio”. L’autopsia effettuata da uno dei massimi esperti, Roberto Testi, che in passato si è occupato del delitto di Garlasco ma anche di quello di Simonetta Cesaroni e di Cogne, ha confermato la ricostruzione effettuata dagli abili investigatori dei Carabinieri. Ed è proprio ai militari del Ris, il reparto d’investigazioni scientifiche dell’Arma, che il super perito consegnerà diverse tracce biologiche prelevate dal corpo senza vita di Manuel che, finalmente, potranno dare la certezza che quel giovane ritrovato morto da settimane nelle campagne di Pardu e Costalerti sia proprio lui. Ebbene si perché almeno per ora quel corpo è ancora “ufficialmente non identificato”.
La comparazione del Dna
Sarà necessario l’esame del Dna per avere la conferma e la certezza che quello sia Manuel. Perché quel corpo senza vita, dopo giorni e giorni di permanenza sotto terra, è irriconoscibile. Proprio per questo motivo, qualche giorno fa, gli specialisti del Ris dei Carabinieri si sono recati nella casa dove Manuel viveva con la mamma Fabiola Bardi, ed hanno acquisito diversi oggetti “personali” della donna, dai quali poi potranno estrarre il codice genetico per poi confrontarlo con quello del corpo ritrovato nelle campagne di Pardu e Cosataleri.
Soltanto quando si saprà l’esito del raffronto, allora si potrà avere la certezza che quello sia Manuel Careddu. Un’attesa non ancora definita che però consentirà poi di dare un’identità ufficiale al giovane e quindi permetterà agli inquirenti di affidare Manuel ai suoi familiari. Che aspettano da giorni di poterlo finalmente seppellire in un posto lontano da quella tomba scavata sotto trenta centimetri di terra dai suoi “amici”.
Le conferme degli inquirenti
L’autopsia effettuata ieri mattina sul corpo del povero Manuel potrà dare ulteriore conferme agli inquirenti. Si capirà infatti se il giovane sia morto subito. Oppure, peggiore delle ipotesi, sia rimasto cosciente durante il massacro effettuato sulle sponde del Lago Omodeo. Conferme che serviranno anche a stabilire i diversi ruoli di Matteo Satta, Riccardo Carta, Christian Fodde e gli altri due minorenni, che sono stati accusati del brutale omicidio e che adesso si trovano in carcere con accuse pesantissime.