Cesare Battisti per sei mesi resterà in isolamento diurno. L'ex terrorista dei PAC originario della provincia di Sermoneta, da molto tempo ricercato, ha oggi 64 anni e sostiene di essere stanco e provato dalla lunga latitanza, che lo ha indebolito ed anche indebitato per trovare protezioni e luoghi sicuri dove sottrarsi agli investigatori. L'uomo è stato condannato (in contumacia) per quattro omicidi. Grande clamore mediatico ha suscitato il suo arresto, con il conseguente arrivo all'aeroporto di Roma Ciampino.

L'arresto di Battisti avvenuto grazie alla tecnologia

"Cesare Battisti non ha fatto errori, probabilmente era solo stanco di fuggire, ma la sua latitanza era ben organizzata. Se un errore c’è stato è nella continua voglia di passeggiare. Una debolezza che alla fine lo ha tradito": con queste parole il dirigente di polizia Emilio Russo ha commentato l'arresto del superlatitante, che non ha manifestato nessun tentativo di resistenza. Evidentemente in Bolivia si sentiva al sicuro, difficilmente rintracciabile, ma i tempi sono cambiati e gli strumenti investigativi altamente sofisticati: oggi anche un minimo errore può essere fatale. Di fatto l'ex terrorista dei Pac è stato tradito dall'uso dei cellulari.

Ne utilizzava ben 12. "Ha riacceso il cellulare per ordinare una pizza e birra, così lo abbiamo individuato" ha spiegato l'Interpol. L'arresto è avvenuto a Santa Cruz de la Sierra. Alloggiava in una stanza dell'hotel "Casona Azul", grazie alla collaborazione di un complice boliviano.

Ci sono altri latitanti da riportare in Italia, ma le procedure sono complesse

Sono in corso indagini per ricostruire la fitta rete di contatti che proteggeva Battisti durante la sua fuga. Va osservato che Cesare Battisti non era certo l'unico latitante "politico": in Francia ad esempio ne abbiamo dodici, ex protagonisti degli anni di piombo.

La procedura per farli rientrare è però piuttosto lunga, come ha spiegato all'Ansa il ministro della Giustizia Nicole Belloubet. Vedremo ora quale sarà la strategia del nostro governo per arrivare alla loro estradizione. Complessivamente i latitanti sono 27, secondo i dati ufficiali del Dipartimento di Pubblica Sicurezza. Molti di loro sono riusciti a prendere la cittadinanza dei paesi che li hanno ospitati. Il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha dichiarato che ora si farà di tutto per riportare in Italia anche loro.