Tutto il mondo è in apprensione per il piccolo Julen, il bambino di soli due anni caduto 9 giorni fa in un pozzo vicino Malaga, precisamente a Totalàn. I soccorritori stanno lavorando come matti per poter riuscire ad estrarre vivo il bimbo da sotto quell'ammasso di terra. La speranza di trovarlo in vita sembra affievolirsi sempre di più, poiché nelle ultime ore sono emerse ulteriori complicazioni, almeno così riporta il quotidiano spagnolo El Pais. Ieri è stato terminato un tunnel di 60 metri, parallelo al pozzo, che è profondo 107 metri e largo solo 25 centimetri.

I soccorritori pensano che Julen si trovi poco oltre la metà del pozzo. Dal piccolo inoltre non sembrano esserci segnali di vita. Questa mattina ci si è resi conto che i tubi usati per la galleria scavata erano molto più grandi di quanto previsto, e quindi si è allargata ulteriormente la cavità, in modo da non far incastrare i tubi all'interno del tunnel.

Corsa contro il tempo

Quando l'operazione di scavo sarà completata, entrerà in azione la squadra di minatori della Brigata Hunosa, che dovrà scavare a mano una galleria orizzontale di circa 4 metri per provare a raggiungere il piccolo di due anni. Questa fase finale, che ancora non è cominciata, dovrebbe durare circa 24 ore, con il personale che dovrà alternarsi minimo ogni 40 minuti, se non addirittura ogni ora.

Attualmente non esiste una stima del tempo necessario per riposizionare l'involucro di tubi in metallo della galleria, e quindi non vi è neanche un orario preciso per l'entrata in campo dei minatori. I soccorritori devono fare i conti con un terreno non facile, pieno di rocce, dure da scalfire.

Aperto un procedimento per conoscere le cause dell'incidente

La Corte di istruzione numero 9 di Malaga ha aperto un'inchiesta per conoscere le circostanze esatte dell'incidente, in modo da chiarire per quale motivo il bimbo sia caduto dentro al pozzo il 13 gennaio scorso. In zona, gli abitanti della cittadina di Totalàn si sono messi a disposizione dei genitori e dei soccorritori, aprendo le porte delle loro case e preparando anche dei pasti caldi per chiunque ne avesse bisogno.

La patria potestà è costantemente seguita dagli psicologi. Una famiglia, quella del piccolo Julen, che ha già perso un'altro figlio per un problema cardiaco. "Sappiamo che è vivo, un angelo sta aiutando il nostro Julen", ha detto qualche giorno fa il padre alla stampa spagnola.