Dopo giorni e giorni di scontri, pare che i vice premier Salvini e Di Maio siano arrivati ad un compromesso. Il premier Giuseppe Conte ha infatti scritto una lettera a Telt (Tunnel Euralpin Lyon Turin, la società incaricata di realizzare la Tav) e l'ha invitata ad "astenersi da qualsiasi ulteriore attività" capace di "produrre ulteriori vincoli economici e giuridici". Poi, ha assicurato di voler ridiscutere l'intera opera non solo con la Francia, ma anche con la Commissione Ue.

La missiva fraintesa

La missiva è stata pubblicata dal presidente del Consiglio Conte sul suo profilo Facebook e ha già sollevato una serie di reazioni controverse (e qualche malinteso).

In un primo momento, infatti Il Sole 24 ore, aveva riportato la notizia spiegando che Palazzo Chigi aveva autorizzato l’approvazione degli avvisi di gara per i 2,3 miliardi di lavori con la clausola di dissolvenza (ossia con la possibilità, per il governo, di fermare i cantieri) sbloccando - di fatto - la grave impasse tra Lega e M5S. Ma, poco dopo fonti di Palazzo Chigi si sono affrettate a smentire parlando di ricostruzione inesatta. I bandi Tav, dunque, non partiranno lunedì e Conte, nella missiva, ha rassicurato e spiegato che non si vuole perdere i finanziamenti europei già stanziati.

Telt ha già annunciato al premier Conte, con una nota, che lunedì 11 marzo partiranno - come previsto - gli "avis de marchés' (ossia inviti a presentare candidatura) per i lotti su territorio francese.

Il premier, però ha sostenuto che "tali inviti" non sono vincolanti per il Governo italiano e ha aggiunto che la Telt si limiterà a svolgere attività preliminari, senza impegnare in alcun modo il nostro Stato.

Chiamparino: 'Repubblica delle banane'

Laura Castelli (sottosegretaria all'Economia legata al M5S), ha ribadito che il Governo ha ottenuto il rinvio dei bandi che, se si raggiungerà un accordo serio, partiranno tra 6 mesi.

Ma la scelta di giocare la carta della clausola di dissolvenza, ha sollevato non poche polemiche. In molti, infatti, hanno fatto notare che con questo escamotage, il governo, sta solo cercando di sfilarsi dal vicolo cieco che potrebbe portare ad una crisi piuttosto pericolosa.

Sergio Chiamparino, presidente della Regione Piemonte dichiaratamente Si Tav, da piazza Carignano (Torino) ha commentato: "Siamo alla repubblica delle banane", poi ha aggiunto che qualora i bandi non partissero il Governo dovrebbe assumersene le responsabilità e "andare a casa".