Dopo giorni di silenzio, che si sono lentamente trasformati in settimane, le ricerche dei due alpinisti del Nanga Parbat potrebbero essere arrivate a una svolta. Il 24 febbraio Daniele Nardi e Tom Ballard avevano fatto sapere che stavano seguendo l’itinerario che avevano precedentemente concordato, e che prevedeva un passaggio per la parete Diamir, conosciuta anche come via Mummery, e utilizzata solo una volta nel 1970 dai fratelli Messner per la loro discesa al campo base. Successivamente a quel giorno, per le famiglie dei due alpinisti e tutto il resto del pubblico che seguiva la loro scalata è calato il silenzio.
Quando dal campo base ci si è resi conto della gravità della situazione, si è nominato un capo ricerche che tutt’ora sta cercando di localizzare i due uomini. Alex Txikon insieme al suo team, infatti, nelle ultime ore ha raggiunto il villaggio di Ser dato che il campo base da cui erano partiti i due dispersi è stato successivamente smontato e spostato.
Come vengono organizzate le ricerche
Una delle prime volontà di Txikon è stata posizionare un telescopio potentissimo per riuscire a monitorare il tragitto che i due uomini avevano concordato, nella speranza di poter avvistare qualcosa con il miglioramento delle condizioni climatiche. Siccome i km di scalata erano molti, l’investigatore ha deciso di ricontrollare tutti i contatti radio e telefonici per poter ridurre l’area di ricerca, scelta che si è rivelata molto utile dato che sono state fotografate due sagome proprio sulla parete Diamir tra i 6.000 e i 6.200 metri di quota.
Ciò che fa pensare di essere davanti ai corpi di Nardi e Ballard è il fatto che le due sagome abbiano dei giubbotti proprio dei colori dei due alpinisti e che, stando alle ultime comunicazioni, i due si trovavano a 6.300 metri di quota e di essere poi scesi al campo 4, a 6.000 metri.
I problemi politici delle due nazioni interferiscono con le ricerche
Purtroppo, a causa delle forti tensioni tra l’India e il Pakistan per la regione del Kashmir, le ricerche sono nuovamente bloccate. Nonostante gli sforzi delle squadre di ricerca, sembra che lo spazio aereo sia stato chiuso e che di conseguenza non sia possibile effettuare e portare a termine la ricognizione mediante gli elicotteri dell’aviazione militare pakistana.
Txikon è stato così costretto a posticipare la missione e scegliere un nuovo punto di atterraggio, successivamente sarà riportato al campo base del K2 per riconsegnare gli effetti personali e le informazioni riguardanti il tutto a degli incaricati che provvederanno a portare il tutto in Italia.