All’inizio era sembrata una rapina finita nel sangue, ma poi le indagini hanno preso una piega completamente diversa, virando sull’ipotesi di un agguato per vendetta. Nella notte tra mercoledì e giovedì un italiano di 35 anni, Salvatore De Stefano è stato ucciso a Città del Messico al termine di una serata trascorsa nella pizzeria "La Bella Donna", che si trova nel quartiere di Cuauhtemoc, nella zona centrale della megalopoli.
La dinamica dell’agguato a Salvatore De Stefano
L’uomo, originario di Napoli, stava pagando il conto insieme ad altri due connazionali, suoi amici, quando sono arrivati i killer: un uomo vestito di blu, con un giubbotto e un cappellino in testa ha aperto il fuoco contro la vittima.
Secondo alcune testimonianze ci sarebbe stata anche una colluttazione, mentre un impiegato che lavorava nel locale ha dichiarato ai microfoni dell’emittente Televisa di aver udito imprecazioni in italiano durante la sparatoria: quindi gli assalitori potrebbero essere stati della stessa nazionalità del loro obiettivo. L’assassino sarebbe poi salito sulla motocicletta di grossa cilindrata guidata dal complice, per allontanarsi.
Il movente del delitto forse è da ricercarsi nell’attività della vittima
Quando sono arrivati i soccorsi De Stefano era ancora vivo, ma è deceduto poco dopo, durante il trasporto in ospedale, a causa dei numerosi proiettili che l’avevano colpito. Gli investigatori che, come detto, inizialmente avevano pensato ad una rapina finita male, si sono concentrati sull’attività svolta in Messico dalla vittima: il 35enne commerciava in macchinari e generatori elettrici cinesi, mentendo sulla loro provenienza e facendoli passare per tedeschi, un raggiro abitualmente messo in pratica da alcuni gruppi di campani.
Questa attività si è diffusa in molte regioni messicane – con tanto di depositi, punti di appoggio e una catena logistica – nonostante il pericolo di ritorsioni e vendette da parte dei compratori truffati.
Il precedente dei tre italiani spariti nel nulla nel gennaio del 2018
La polizia pensa che anche questo ultimo omicidio possa essere nato per vendicare il torto subito da qualche “intoccabile” del posto, a cui De Stefano potrebbe aver venduto merce contraffatta.
Infatti in molti hanno pensato al caso di Vincenzo Cimmino, Raffaele e Antonio Russo, i tre cittadini italiani scomparsi nel gennaio del 2018, anche loro impegnati nel commercio di generatori cinesi. Nel febbraio dello scorso anno sono stati arrestati quattro agenti della polizia di Tecalitlan con l’accusa di aver fermato i tre per poi consegnarli ad un gruppo armato legato alla criminalità locale che, con ogni probabilità, li ha trucidati per vendetta, facendo sparire i loro corpi.