Il bilancio della strage di Pasqua è spaventoso: 321 morti accertati e più di 500 feriti, un dato che non potrebbe del tutto essere definito. Mentre iniziano i primi funerali per le vittime della mattanza, infuriano le polemiche contro il governo che non ha saputo prevedere un simile atto.
Nel frattempo, le forze dell'ordine hanno arrestato 40 persone con l'accusa di aver partecipato agli attentati. I politici locali hanno dichiarato lo stato di emergenza, mentre gli USA sostengono che dietro alla strage ci sia la mano dell'ISIS e temono un nuovo attentato.
Un piano già pronto
Il massacro avvenuto nel giorno di Pasqua nello Sri Lanka non è un evento causale. Molto probabilmente, dietro agli attentati costati la vita a oltre trecento persone, c’è un lungo lavoro di ricognizioni e tanta preparazione. A dimostrarlo ci sarebbe il sequestro di circa 100 chilogrammi di esplosivo scoperto a gennaio dalle forze dell’ordine.
All'epoca venne arrestato un gruppo di persone con l’accusa di avere possibili legami con Jama’ath, ma vennero rilasciate in libertà in quanto godevano di particolari protezioni. Nel frattempo, i terroristi continuano la preparazione del piano, nonché la costruzione delle bombe.
Si prosegue scegliendo con cura i luoghi di rifugio a seguito delle esplosioni e i bersagli su cui colpire.
Poche ore prima dell’attentato, due uomini arrivano all’Hotel Shangri-la, mentre un altro individuo, sospettato di essere uno dei kamikaze, si presenta in un altro albergo nelle vicinanze.
All'indomani della strage, vengono ritrovati 87 detonatori, composti ciascuno da ben 50 chilogrammi di materiale esplosivo. Le indagini portano all'arresto di circa 40 persone, ma la minaccia non tarda a cessare.
Così il governo mette in atto lo stato di emergenza, con misure di vigilanza altissime e un coprifuoco obbligatorio.
Nonostante, ancora oggi non sia arrivata nessuna rivendicazione dell’attentato, il governo locale sembra fortemente convinto che dietro al massacro ci sia il National Thowheed Jamath, conosciuto con l’acronimo NTJ.
Si tratta di un gruppo islamista locale che non ha mai effettuato clamorosi attacchi violenti. A conferma dell’improbabile tesi è la dichiarazione delle forze dell’ordine americane che vedono la mano dell’ISIS dietro il massacro di Pasqua.
Le polemiche sulla sicurezza
Nonostante, le indagini da parte delle forze dell’ordine locali siano ancora in corso, le polemiche sulle presunte falle nel sistema di sicurezza non sembrano volersi placare. Mentre i parenti preparano i primi funerali per le vittime, si innalzano le grida verso chi sapeva e non ha fatto nulla per impedire tali stragi
Il Ministro delle Riforme economiche e della distribuzione pubblica dello Sri Lanka, Harsha De Silva, ha espresso il cordoglio del governo verso le famiglie dei morti e dei feriti degli attentati di Pasqua.
Inoltre, ha ribadito fortemente che gli attentati non rappresentano un fallimento da parte dei servizi segreti del Paese.
Secondo De Silva, tali atti non stati prevedibili in quanto si è registrata una mancanza di circolazione interna delle informazioni. Notizie che dovevano provenire dalle forze dell'ordine locali, americane e indiane durante i giorni precedenti agli attacchi.
In particolare, il ministro ha dichiarato che un promemoria era stato inviato al Ministero della Difesa e in seguito, anche all'Ispettore Generale della Polizia. Dunque, non si tratterebbe di un fallimento da parte dell’apparato di intelligence, ma una mancata attuazione di ciò che doveva essere fatto in concreto.
De Silva ha anche aggiunto che il Primo ministro dello Sri Lanka Ranil Wickremesing è stato tenuto all'oscuro di una possibile minaccia del genere, così come il ministro della Difesa, in quanto non vi erano elementi tali da presupporre un pericolo imminente.