Abbattere per ricominciare. Ancora poche ore e poi verranno demoliti i piloni 10 e 11 del vecchio viadotto Polcevera, ormai tristemente noto a tutti come il ponte Morandi, per permettere l'avanzamento dei lavori che porteranno alla realizzazione della nuova struttura e consentire ad una città, Genova, e ad una nazione intera di ripartire dopo il tragico crollo del 14 agosto scorso in cui persero la vita 43 persone.

Si riparte da un'esplosione

Già lo scorso martedì 26 giugno il Ministro delle Infrastrutture Toninelli, alla presenza del Sindaco Bucci e del governatore della Liguria Toti, aveva avviato la macchina della ricostruzione premendo il pulsante per permettere la prima colata di calcestruzzo che avrebbe rimodellato e rinforzato il plinto della pila 9 su cui sorgerà uno dei nuovi piloni del progetto dell'architetto Renzo Piano.

Nella prima mattinata di domani, quindi, verranno demoliti i restanti piloni sopravvissuti al collasso dello scorso anno. Imponenti e d'obbligo le misure di sicurezza che sono state messe in atto per cercare di ridurre al minimo il disagio sia per gli abitanti della zona immediatamente prossima all'area della demolizione, sia per gli automobilisti e i trasportatori che avrebbero dovuto attraversare la zona interessata.

Per quanto riguarda i primi, si è provveduto alla suddivisione in due zone di pericolo, la prima compresa in un raggio di 300 metri dalla zona del crollo e una seconda compresa tra i 300 e i 400 metri dai piloni. Per la prima zona è prevista un'evacuazione completa a partire dalle 5:30 della mattina, col permesso di rientro fissato per le 22:00 di domani sera.

Per le persone coinvolte in questa area, circa 3.100 abitanti, sono stati disposti centri di accoglienza e generi di prima necessità per ovviare ai disagi procurati. Gli individui più deboli e le donne incinte verranno trasferite nei centri già dalla serata di oggi.

Per gli abitanti della seconda zona non è stato disposto l'allontanamento, ma solo l'obbligo di rimanere chiusi all'interno della propria abitazione possibilmente con persiane abbassate e finestre chiuse fino al completamento delle operazioni ed alla definitiva posa delle polveri che verranno prodotte dal crollo.

La viabilità cittadina verrà deviata fino alla cessazione dell'esigenza ed anche i tratti autostradali interessati verranno chiusi favorendo altre uscite precedenti al tratto genovese. Limitati i disagi per quanto riguarda il tratto ferroviario che vede solo un paio di tratte regionali sospese per l'intera giornata, ma sostituite dal servizio bus.

I particolari sull'operazione di abbattimento dei piloni

Succederà tutto in pochi secondi, solo sei a detta degli esperti, durante i quali entrerà in scena prima l'esercito, guidato dal Comandante Francescon, che taglierà gli stralli del pilone 11 con l'utilizzo di uno speciale esplosivo, per poi passare la palla ai demolitori che si occuperanno della seconda esplosione in cui la pila 10 ruoterà e crollerà verso la pila 11 in un colossale abbraccio dei due piloni. Un'ultima esplosione verrà avviata pochi istanti prima che i due piloni tocchino terra per limitare la polvere di risalita. Al termine delle operazioni rimarranno al suolo circa 4500 tonnellate di materiale.

Diversi i momenti delicati, quindi, sia nel momento dell'attivazione delle cariche che durante il crollo effettivo che culminerà nella rovinosa caduta per terra dei detriti dei piloni, tutte circostanze in cui vibrazioni e onde d'urto metteranno a dura prova la tenuta dei palazzi circostanti.

Altro motivo di preoccupazione e intervento sarà poi quello riguardante le polveri che si verranno a creare, per limitare le quali sarà attivato un getto intermittente ma continuo di acqua sulla zona per impedire la diffusione di eventuali residui di polveri e fibre, specialmente amianto. La costruzione poi di apposite vasche di contenimento delle polveri costruite intorno ai piloni interessati, che entreranno in azione in concomitanza con le esplosioni, serviranno proprio a limitare l'innalzamento delle polveri nel momento preciso in cui verranno prodotte.

Anche nei giorni successivi alla demolizione verranno effettuati poi continui lavaggi delle strade per evitare il sollevamento delle stesse polveri depositate sul manto stradale.

Si ricomincia da qui quindi, e già all'orizzonte già si vedono le chiatte cariche dei primi elementi in acciaio che andranno a formare il nuovo ponte. Non è un modo per dimenticare, certamente, ma è il modo migliore per andare avanti.