Dopo nove giorni le ricerche di Simon Gautier si sono concluse nel più tragico dei modi: un uomo del Soccorso Alpino ha individuato lo zaino dello studente francese, in mezzo alla macchia mediterranea, mentre perlustrava con il binocolo il fondo di un burrone situato presso il Belvedere di Ciolandrea nel comune di San Giovanni a Piro, in provincia di Salerno. Il cadavere del 27enne era a pochi passi dallo zaino: i soccorritori sono riusciti a raggiungerlo alle 19:30 di domenica 18 agosto. Gli esami che saranno svolti nelle prossime ore permetteranno di stabilire se il giovane sia morto subito dopo la chiamata in cui chiedeva aiuto, effettuata alle 8:57 di venerdì 9 agosto, oppure se sia sopravvissuto ancora per un po’.

Nel frattempo però sono passati ben nove giorni, spesi in indagini e ricerche, che hanno impiegato centinaia di persone, tra cui anche venti amici giunti appositamente dalla Francia, nonché strumenti tecnologici tra i più avanzati, utilizzati per riuscire a localizzare il disperso.

L’ultima chiamata per chiedere aiuto

Di certo Simon è morto guardando il mare che – come spiega nella sua ultima telefonata – si scorge a valle, poco lontano dal punto in cui è caduto cercando, con ogni probabilità, di oltrepassare un costone roccioso che interrompeva il suo cammino. “Ho le gambe rotte, muoio di dolore, non so dove mi trovo ma da qui vedo il mare” - aveva spiegato all’operatrice del 118, senza riuscire a fornire altre indicazioni ai soccorritori oltre al particolare che era partito dalla stazione di Policastro e che intendeva recarsi a Napoli.

Dopo quella chiamata nessun ulteriore segnale è giunto dallo studente francese che potrebbe aver perso i sensi ancora prima che il telefono diventasse irraggiungibile. Al momento dell'incidente il giovane si trovava in un’area alla quale si agganciavano diverse celle telefoniche tanto che la chiamata iniziale al 118 non arriva in Campania ma agli operatori di Lagonegro in Basilicata.

Nove giorni di indagini e ricerche

Quando si è provato a localizzare il luogo da cui è partita la telefonata si scopre che il suo apparecchio ha agganciato tre diverse celle situate tra le province di Cosenza, Salerno, Matera e Potenza, in un’area vasta ben 143 chilometri quadrati. Situazione che ha complicato ulteriormente i piani dei ricercatori per ritrovare l’escursionista ferito.

Le indagini sono partite da due elementi certi: l'arrivo di Gautier alla stazione di Policastro e da alcuni elementi che confermavano che avesse campeggiato in zona. Con il passare dei giorni, grazie alle testimonianze, alle visioni dei filmati e alle informazioni trovate sul computer del ragazzo, appositamente fatto arrivare da Roma, gli inquirenti hanno ristretto l’area in cui concentrare la loro attenzione. Qualcuno ha successivamente riferito alle forze dell'ordine di un escursionista “con il codino ed una tenda sullo zaino” intenzionato ad accamparsi sulla spiaggia di San Giovanni a Piro la sera dell’8 agosto. Dettaglio che ha permesso agli inquirenti di individuare il luogo da cui Simon è partito la mattina della scomparsa, probabilmente intorno alle sei e mezza quando ha riacceso il cellulare.

Così i ricercatori hanno iniziato a perlustrare i sentieri che si inerpicano sulle alture del luogo per poi diventare molto complicati da seguire. Simon, probabilmente, si è perso lungo queste stradine ripide prima di cadere nel burrone dove il suo corpo è stato ritrovato ormai privo di vita.