Da quando l'emergenza Coronavirus è dilagata, Massimo Galli è diventato un volto familiare per tutti gli italiani. L'infettivologo è intervenuto ai microfoni di La 7 nel corso della trasmissione L'aria che tira tornando a parlare di quello che è, al momento, il tema che maggiormente angoscia i cittadini. Da esperto di livello internazionale della materia ha ammesso come sulla vicenda siano stati fatti degli errori ad ogni livello e pertanto bisognerà meditare su quanto avvenuto. A ciò ha aggiunto la necessità che il sistema sanitario sia dotato di strumenti e presidi utili a contenere ulteriormente il contagio.

La brutta notizia è che, pur avendo confermato che i prossimi giorni saranno importanti, ha ammesso che è quasi impossibile immaginare che basteranno le prossime due settimane per uscire dall'emergenza.

Galli chiede strumenti di medicina a distanza sul territorio

Tra gli interrogativi che, negli ultimi tempi, l'opinione pubblica si pone è se fare tamponi a tappeti può essere un efficace strumento di prevenzione alla diffusone del coronavirus. Massimo Galli, intervistato da Myrta Merlino, ha preferito porre la propria attenzione su altri punti. "Bisognerebbe - ha detto - prima avere una maggiore vicinanza, non fisica, ma con strumenti di medicina a distanza anche con le persone". "Bisognerebbe - ha evidenziato - cercare di trovare il modo che altri centri possano essere un supporto diagnostico.

E' fondamentale per capire se nei nuclei familiare numerosi c'è una persona con la malattia o è in procinto di passarla agli altri".

L'infettivologo ha sottolineato come sia il focolare domestico uno dei punti in cui il contagio si verifica più facilmente. "La diffusione - ha rivelato - è molto per nuclei familiari. Nei nuclei familiari con anziani è facile trovare persone che hanno condizioni tali da rendere necessario il suo ricovero".

E sull'idea di ritenere le prossime due settimane fondamentali è chiaro: "Che i prossimi giorni siano cruciali è evidente. Francamente non credo bastino per concludere questa brutta storia".

Galli dice che tutti dovrebbero meditare

Si parla molto rispetto al fatto che il fenomeno possa essere stato sottovalutato o che non siano state prese soluzioni adeguate nei tempi giusti.

Galli, quasi spontaneamente, preferisce fare un mea culpa. "Di errori - ha ammesso- ne abbiamo fatti tutti. Io stesso prima del 20 del mese di febbraio ero convinto e speranzoso che avessimo potuto evitare questa storia".

E' bastato un contagio provenuto da una sola persona per generare tutto ciò a cui si assiste e lo sottolinea: "Una sola introduzione, arrivata per vie traverse, ci ha messo in questa situazione".

"E' una situazione - ha concluso - sulla quale tutti dovremmo meritare".