Serve elaborare una strategia che azzeri i rischi legati al Coronavirus determinati dall'arrivo dei migranti sulle coste italiane. È quanto si evince dalle parole del virologo Andrea Crisanti. Con l'arrivo della bella stagione sono tornati a crescere in maniera esponenziale gli approdi sulle coste del Bel Paese di centinaia di migranti che cercano una nuova vita in Europa. Alla disputa quasi ideologica che coinvolge le forze di destra e di sinistra, quest'anno si aggiungono i dibattiti relativi ai rischi per la salute pubblica.

Coronavirus: la strategia di Crisanti per la questione migranti

Ad arrivare in Italia sono persone che provengono da paesi dove i livelli del controllo sanitario non sono certo quelli italiani ed europei. Al momento esiste un protocollo d'accoglienza che prevede strategie di isolamento e quarantena per i migranti che arrivano sul suolo italiano. Non a caso in alcune zone il governo ha provveduto ad adibire a centri per accogliere i migranti alcune navi civili. Tuttavia, secondo Andrea Crisanti, si deve andare oltre. A suo avviso bisogna testare tutti coloro i quali arrivano. "Subito - specifica - con il tampone appena sbarcano o arrivano in Italia, così da bloccare sul nascere le situazioni a rischio".

Crisanti sottolinea l'importanza dei tamponi

A parlare è il direttore della Microbiologia e Virologia dell'Università di Padova, uomo simbolo assieme a Zaia dell'efficace strategia di contrasto al coronavirus messa in campo dal Veneto grazie ai tamponi a tappeto. A suo avviso il pericolo è possa manifestarsi "una diffusione a macchia d'olio del virus che - specifica lo scienziato - non se ne è mai andato".

A rendere insidiosa la gestione della situazione che concerne l'arrivo de migranti ci sarebbe il fatto che i più infettivi sarebbero gli asintomatici.,come molti dei casi rintracciati ad esempio con lo sbarco avvenuto a Roccella Jonica. "Purtroppo, molto spesso, le infezioni - spiega Crisanti - circolano tra i giovani che trasmettono e infettano.

Gli anziani invece si ammalano". Il virologo sottolinea come il virus non guardi in faccia nessuno e ricorda come a fine marzo aveva chiesto la possibilità di fare controlli epidemiologici in un centro d'accoglienza di Jesolo. Lì il 30% degli ospiti è risultato positivo. Tuttavia, per accedere a queste strutture sarebbe stata necessaria un'autorizzazione dalla Capitale che, secondo quanto espresso dal professore, non è mai arrivata.

Crisanti, tra l'altro, ha sottolineato come vada considerato un errore non aver bloccato l'accesso in Italia ai voli provenienti dagli Usa. Motivazione che risiede nel fatto che quello di Trump è il paese con più positivi nel mondo.