"C'è il rischio di nuove chiusure, purtroppo il rischio zero non esiste". A dirlo è il ministro della Salute Roberto Speranza, in merito alle misure legate al contrasto del diffondersi del contagio da Covid-19. Secondo l'esponente di Liberi e Uguali, se in futuro "dovessimo renderci conto che la situazione richiederà degli interventi ancora più duri in alcune città o in alcuni ambiti, siamo pronti a farlo senza titubanze".
'Virus circola, non abbassare la guardia'
Le parole del ministro Speranza sono un invito a non abbassare la guardia nella lotta al virus: "Il virus, nonostante siamo riusciti a conoscerlo meglio, è ancora in circolazione.
Non dobbiamo assolutamente abbassare la guardia. Nonostante, infatti, la situazione in Italia e in Europa sia in miglioramento e la curva dei contagi stia calando, la curva mondiale dei contagi non è mai stata così alta. E i collegamenti tra i Paesi sono tantissimi".
L'esponente di governo ha poi parlato anche dei prossimi mesi, a partire dalla situazione legata alla scuola: "Le scuole sono fondamentali e per questo dobbiamo riaprirle in massima sicurezza. Per quanto riguarda l'autunno, invece, sarà importante il vaccino contro l'influenza. Avendo i sintomi simili a quelli del Covid-19, sarà necessario impegnarsi ancora di più affinché si possa fare una campagna di immunizzazione". Infine, continua con un monito: "Gli italiani, negli scorsi mesi, sono stati straordinari e hanno manifestato dei comportamenti corretti.
Ora è necessario che si prosegua nello stesso modo".
Nel mondo il coronavirus ha causato oltre 610 mila vittime
Ma se in Italia la situazione legata alla Covid-19 sembra essere in miglioramento, non si può dire lo stesso se si guardano altre zone del mondo. Secondo i dati della Johns Hopkins University, i morti causati dalla Covid-19 al pomeriggio del 21 luglio sono 610.587.
I Paesi con più vittime sono gli Stati Uniti (con poco meno di 141 mila deceduti), seguiti dal Brasile (80 mila i morti). I casi al momento accertati in tutto il Pianeta sono 14 milioni e 730 mila: circa la metà di questi sono stati contati in India, Brasile e Stati Uniti. Fortunatamente, a guardare i numeri, la mortalità si conferma bassa in tutto il mondo: i guariti complessivi sono oltre 8 milioni.
Ed è proprio a causa della gravità della situazione che diviene ancora più importante la ricerca del vaccino. In questo senso, ha fatto ben sperare la notizia secondo la quale il vaccino prodotto dall'Università di Oxford (in collaborazione con la Irbm di Pomezia) riuscirebbe a produrre una forte risposta immunitaria nei soggetti che lo hanno sperimentato.