Una delle due ragazze sopravvissute all'incidente di Castelmagno nel cuneese, che ha strappato la vita a cinque giovani, ha raccontato la tragica esperienza ai carabinieri. Chiara ha spiegato che l'auto non ha affrontato la curva a gomito, proseguendo dritto e precipitando nel dirupo. Si ipotizza che la causa della perdita di controllo sia dovuta alle condizioni stradali.

Chiara, sopravvissuta all'incidente in montagna, ha raccontato la drammatica esperienza

Dopo la terribile tragedia di Castelmagno, Chiara, una dei superstiti, è stata ascoltata dagli inquirenti per ricostruire i fatti.

"Il Defender non ha girato", ha spiegato la ragazza. Quando i nove amici si sono ritrovati davanti a una curva a gomito, la manovra non è stata effettuata, e durante la notte dell'11 agosto cinque di loro hanno perso la vita. Lo schianto nel dirupo è stato fatale per Marco Appendino, 24enne alla guida della vettura, Nicolò ed Elia Martini, Camilla Bessone e Samuele Gribaudo, di età compresa tra i 14 e i 17 anni. Chiara è stata ferita in modo non grave e insieme alla sua amica Anna ha allertato i soccorsi. La loro testimonianza è fondamentale per il lavoro degli inquirenti che stanno ricostruendo la dinamica dell'incidente. Secondo quanto dichiarato dalle due ragazze, Appendino guidava in modo prudente e, al momento della curva a sinistra, l'auto è scivolata inspiegabilmente, precipitando giù.

Alla curva, l'auto non avrebbe effettuato la manovra: la strada era bagnata

Secondo i rilevamenti e le informazioni raccolte dagli investigatori, la strada percorsa dai ragazzi non era in condizioni ottimali. Come ricordano le ragazze, nel pomeriggio c'era stato un acquazzone e l'asfalto era ancora bagnato. Sul luogo della tragedia, i carabinieri non hanno rilevato nessun segno di frenata: il Defender è finito direttamente nel dirupo, con un volo di 150 metri.

Il mezzo si è schiantato in un primo momento sulla strada sottostante, per poi rotolare giù e fermarsi in una vallata, poco prima di un altro dirupo.

Chiara e Anna, ascoltate con il supporto di una psicologa della Asl, non hanno saputo dare una spiegazione alla mancata manovra. Potrebbe essersi trattato di un guasto o un tragico errore.

I ragazzi erano sobri e non stavano giocando, procedevano lentamente e con prudenza quando sono precipitati "Come se ci fosse ghiaccio", ha spiegato Chiara. Tutti gli elementi raccolti dai carabinieri fanno pensare che il dramma si sia consumato a causa delle cattive condizioni stradali. Dalle indagini non sarà portato avanti alcun procedimento penale, anche perché il conducente ha perso la vita. Tuttavia, gli elementi raccolti per stabilire la verità saranno utili per eventuali risarcimenti assicurativi. In un secondo tempo, se sarà ritenuto necessario da una perizia assicurativa, si affronterà l'omologazione del veicolo che pare fosse predisposto per il trasporto di sei persone e non nove.