I contagi da Coronavirus crescono. Il Dpcm in vigore dal 26 ottobre si spera possa ostacolare la crescita della curva per evitare quello che tutti non si augurano: il lockdown. A spiegare la situazione, ai microfoni del Corriere della Sera, è stato Agostino Miozzo. Il coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico ha spiegato la situazione in maniera dettagliata e senza alimentare false illusioni rispetto alla gravità della situazione. Lo ha fatto individuando in due settimane il tempo necessario per capire se le nuove restrizioni funzioneranno o se si dovrà procedere ad un intervento più radicale, ossia la serrata totale.

Cè solo un modo per evitarlo, come lui stesso, evidenzia. "Solo con il rispetto rigoroso delle regole, il lockdown potrà essere ricordato come una brutta esperienza del passato".

Coronavirus: nuovo Dpcm come misura 'graduale'

Oggi c'è in vigore un Dpcm che ha sollevato diverse polemiche. L'idea di Miozzo è che, invece, sia pienamente necessario e compatibile con la situazione che si è profilata sul territorio italiano. "Risponde - ha spiegato - alla situazione attuale del Paese che è in rapidissimo peggioramento". Lo stesso coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico ha puntualizzato come si tratta di disposizioni che, qualche giorno dopo, sono state adottate anche dalla Germania.

La criticità sollevata da molti riguarda il fatto che non si intravede il senso del chiudere attività di ristorazione e teatri dopo le 18.

Miozzo ha spiegato come si sia trattato di una regolamentazione necessaria ai fini dell'orientamento dei cittadini a praticare il distanziamento, ridurre i contatti a rischio e le occasioni di contagio. Una sorta di misura graduale da mettere per evitare la "ben più dolorosa - ha ha detto Miozzo - deicsione del lockdown generale".

Nuovo lockdown ipotesi concreta se le cose non migliorano

Non resta, dunque, che attendere se le nuove misure messe in atto dal 26 ottobre risulteranno efficaci. E a sentire il coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico si può già individuare una scadenza utile per valutare l'efficacia delle restrizioni. "Almeno - ha specificato - due settimane, poi saremo pronti per decidere se abbiamo raggiunto il limite non compatibile e si deve passare ad un intervento più radicale".

Il riferimento va alla strategia già sperimentata nei mesi di marzo ed aprile. E lo si può chiamare col suo nome, ossia lockdown. Mettere, in atto, però comportamenti virtuosi e privi di irregolarità rispetto alle disposizioni che sono in atto potrebbe, secondo Miozzo, contribuire a rendere la serrata totale solo "un ricordo di una brutta esperienza del passato". Ed è quello che si augurano davvero tutti.