Massimo Galli lancia l’allarme sul suo reparto di ospedale “invaso da varianti” del Coronavirus, ma la direzione del Sacco di Milano smentisce questa ricostruzione dei fatti, scrivendo in una nota di soli “sei pazienti positivi alla variante inglese”. Il primario del reparto di Malattie infettive però non si dà per vinto e, ospite di Agorà su Rai 3 il 18 febbraio, ribadisce che, secondo la sua opinione, visto che la variante inglese è già in Italia, “ci vogliono poche settimane perché diventi dominante”. Nessuna replica diretta al suo ospedale, ma dito puntato contro “certa stampa”.
Massimo Galli: ‘Variante inglese c’è’
Nel nostro Paese "abbiamo la variante inglese e anche altre verosimilmente”, spiega Galli durante Agorà. “Quando questa variante c’è, è arrivata, ci vogliono poche settimane perché diventi la variante dominante", prosegue il professore con tono sempre più polemico facendo riferimento a "tutta una serie di dibattiti suscitati e voluti soprattutto da certa stampa" che a suo modo di vedere non avrebbero "nessun senso”. Il riferimento di Galli è al fatto che molti media, secondo lui, “tendono comunque a voler cercare di negare quello che ahimè è prevedibile che rapidissimamente succeda”. La conduttrice a quel punto gli domanda a cosa si riferisca.
"La situazione è che abbiamo la variante inglese e anche altre. E quando questa variante arriva, ci vogliono poche settimane affinché diventi la variante dominante. Non si tratta di lanciare allarmi, è una costatazione di fatto". @MassimoGalli51 #agorarai pic.twitter.com/THSYH5CA9W
— Agorà (@agorarai) February 18, 2021
Galli sulle polemiche contro di lui: ‘Non mi faccia parlare’
“Guardi, carta canta e burocrazia dorme", replica deciso Galli secondo il quale "tocca francamente adeguarsi anche in questo Paese ad avere una rapida, effettiva, rilevazione di determinate realtà epidemiologiche" per non trovarsi poi "nei guai”.
L’infettivologo aggiunge di non essere intenzionato a fare “ulteriori polemiche”. Costamagna allora lo supplica di utilizzare una locuzione divenuta ormai famosa se pronunciata da lui. “Non mi faccia parlare, me lo dica”, lo esorta. Galli raccoglie la sfida. “Facciamo così, non mi faccia parlare - riprende il filo del discorso - perché altrimenti dovrei essere molto ma molto duro”.
La preoccupazione del professore: ‘Non è questione di lanciare allarmi’
La conduttrice di Agorà però non molla il suo ospite invitandolo invece a essere duro perché “è importante lanciare l’allarme visto che le varianti ci sono”. Massimo Galli si schermisce precisando che non si tratta affatto di limitarsi a “lanciare allarmi", ma invece di una "constatazione di fatto". Per Galli è "abbastanza buffo" che i dati che vengono visti e prodotti nei laboratori universitari, vengano poi ripresi con grande lentezza dai sistemi di sorveglianza che ancora non ci sono e dai laboratori ospedalieri che ancora non stanno al passo”, conclude il suo intervento il primario del reparto di Malattie infettive del Sacco.