La nave porta container incagliata nel Canale di Suez potrebbe essere liberata nelle prossime ore. L'ammiraglio Osama Rabie, ha annunciato che le operazioni di traino sono state effettuate attraverso nove rimorchiatori, tra cui il Baraka 1 e l'Ezzat Adel, posti in testa e in stretta relazione con la disponibilità di altri fattori, quali il vento e le maree. Yukito Higaki, presidente della società che fa capo alla nave Ever Given, ha invece dichiarato che, intanto, dieci rimorchiatori sono stati inviati sul luogo e hanno dragato i fondali del canale con i suoi argini.
La Ever Given è una nave lunga 400 metri e larga 60. L'ostruzione del Canale è avvenuta durante una tempesta di sabbia e la posizione, di traverso, assunta dalla nave, impedirebbe il passaggio alle stesse, costringendole a deviare il percorso. L'ingorgo provocato farebbe salire a 200 il numero delle imbarcazioni bloccate nel mar Rosso.
Questa sera la nave potrebbe essere libera di ripartire, poiché, come ha dichiarato Higaki, il timone e l'elica si muovono liberamente e sarebbero pochi i sedimenti da eliminare con altri strumenti di dragaggio.
In aiuto un team di esperti della Marina americana
Il presidente Joe Biden ha manifestato la propria intenzione a fornire sussidi e un vero e proprio team di esperti della Marina: "Abbiamo attrezzature e capacità che altri paesi non hanno.
Stiamo vedendo cosa possiamo fare". La Quinta Flotta della Marina degli Stati Uniti ha annunciato che si sono aggiunte anche molte richieste di sicurezza marittima, relative a rotte che in passato hanno avuto storie di pirateria.
Intanto una nave sorella chiamata Ever Greet, è stata deviata dalla propria rotta e costretta a circumnavigare l'Africa.
Allo stesso modo un vettore di gas naturale, Pan Americas, dal bel mezzo dell'Atlantico ha modificato la propria rotta girando intorno al capo Sud.
Ritardi nel flusso delle importazioni dall'Asia
Molte aziende europee temono il rischio approvvigionamento delle merci e seri ritardi nelle importazioni asiatiche: secondo Bloomberg, si assisterà probabilmente ad un'interruzione per la catena di rifornimenti, dal petrolio alle automobili.
Chris Rogers, analista finanziario di S&P Global Market Intelligence's Panjiva, conferma quanto i ritardi dovuti alle operazioni di liberazione della nave container, aumenterebbero i costi "aggiungendosi alla già diffusa pressione inflazionistica sulle catene di approvvigionamento". Lo stesso Rogers dichiarerebbe anche quanto l'aumento dell'esaurimento delle scorte, sarebbe un effetto ancora più gravoso per le catene manifatturiere just-in-time già colpite dalla Brexit e dalla carenza di materie prime.