Mirko Antonio La Mendola potrebbe non essersi suicidato. Il 26enne trovato senza vita la sera del 25 agosto sulla spiaggia di “Punta Grande”, tra Porto Empedocle e Realmonte (in provincia di Agrigento) sarebbe stato ucciso dall'amico minorenne. La procura che si sta occupando del caso di Cronaca Nera, infatti, ha aperto un fascicolo per il reato di “omicidio del consenziente”, un delitto disciplinato dall'articolo 579 del Codice penale che implica il consenso della vittima.
Mirko è stato aiutato a togliersi la vita?
Mirko La Mendola, originario della vicina provincia di Caltanissetta, era stato ritrovato senza vita sul litorale di Agrigento, tra la Scala dei Turchi ed il sito archeologico di Villa Romana.
A dare l'allarme, era stato l'amico sedicenne che era in sua compagnia. Il ragazzo aveva spiegato agli inquirenti che, dopo aver trascorso la serata a parlare in un locale sulla spiaggia, Mirko si era allontanato a piedi. Rimasto solo davanti al mare aveva estratto una pistola (legalmente detenuta, per uso sportivo) e si era sparato un colpo alla testa. I soccorritori, giunti sul posto seguiti dai carabinieri, non avevano potuto fare altro che constatarne il decesso.
Tuttavia, qualcosa nella ricostruzione non avrebbe convinto gli inquirenti. Nelle scorse ore, infatti, la procura presso il Tribunale per i minorenni di Palermo ha deciso di iscrivere il giovane amico di Mirko nel registro degli indagati.
Il dubbio è che il 26enne non sia suicidato, ma sia stato aiutato a togliersi la vita. Il ragazzo, per il momento, avrebbe respinto ogni addebito. Nelle prossime ore, il medico legale Antonella Argo, eseguirà l'autopsia e, oltre agli esami di laboratorio ed ai rilievi fotografici considerati di routine, effettuerà anche degli accertamenti tossicologici.
Mirko era depresso per non aver superato il concorso in polizia
In un primo momento, gli inquirenti, avevano ipotizzato che Mirko si fosse tolto la vita. Il giovane, infatti, stava passando un momento piuttosto difficile. Poche ore prima era tornato da Roma, dove aveva sostenuto, senza successo, le visite per entrare nelle fila della polizia di Stato.
Per il giovane, 26 anni già compiuti, quella era l'ultima opportunità per realizzare il suo sogno di indossare la divisa.
Mirko, nonostante l'importante differenza di età, era molto legato al sedicenne indagato e, in chat, si sarebbe confidato con lui, manifestando apertamente l'intenzione di togliersi la vita. Alla richiesta dell'amico più grande di aiutarlo a farlo morire, il minorenne avrebbe risposto con delle emoji. Proprio le conversazioni tra i due giovani, da quanto emerso, hanno determinato il cambio di passo nelle indagini. Per questo, il procuratore Luigi Patronaggio si è "spogliato" dall'inchiesta e ha trasmesso gli atti ai colleghi della procura dei minori.