Il prossimo 26 gennaio è previsto l'inizio della Challenge Mallorca, prima gara professionistica in calendario per la prossima stagione di Ciclismo. Quella che sta per iniziare sarà la terza da quando è scoppiata la pandemia da Covid-19 e, visti gli alti tassi di contagiati in numerosi paesi europei, non può stupire che l'UCI e alcune nazioni abbiano imposto delle regole per cercare di contenere il diffondersi del contagio. A complicare la situazione, però, vi sono i dati della vaccinazione da parte dei ciclisti che (specie in alcune categorie) non presentano purtroppo numeri esaltanti.

Diverse corse hanno annunciato di accettare solo i corridori vaccinati

A fornire i dati della copertura vaccinale nel ciclismo è stata l'UCI, Unione Ciclistica Internazionale, che nel mese di dicembre ha avviato una sorta di 'censimento' per fare il punto sulla situazione. Da tale analisi è emerso che la categoria con la copertura vaccinale più alta è quella del World Tour femminile, che tocca quota 97% delle atlete vaccinate. Più basso il numero tra i giovani professional, dove i vaccinati sono l'86%. Più basso, invece, è il numero dei vaccinati presenti nel World Tour maschile, dove il 79% dei ciclisti professionisti si è sottoposto a ciclo vaccinale.

Da questi dati emerge che vi sono diverse decine di ciclisti che, al momento, non hanno ancora deciso di sottoporsi alla vaccinazione.

Cosa, questa, che potrebbe costituire un problema non di poco conto. La Francia, dove si disputano alcune delle corse più importanti come la Parigi-Roubaix e il Tour de France, ha infatti fatto sapere che gli atleti non vaccinati non potranno partecipare a nessun tipo di evento. Della stessa posizione anche gli organizzatori del Tour of Oman, del Saudi Tour e dell'UAE Tour, che hanno negato ai non vaccinati di partecipare alle gare.

L'UCI, intanto, aggiorna i protocolli: torna obbligatoria la mascherina

In attesa di capire ciò che potrebbe succedere da qui ai prossimi mesi, l'UCI ha aggiornato i protocolli per evitare il diffondersi del virus. In particolare, l'Unione ha reinserito l'uso obbligatorio dell'uso della mascherina e ha previsto che i corridori, per poter partecipare agli eventi, debbano sottoporsi ai test PCR.

L'obiettivo dell'UCI, comunque, sarebbe quello di inserire una sorta di pass ottenibile con la vaccinazione, con il certificato di guarigione o con un esito negativo del tampone effettuato entro le 48 ore precedenti dall'inizio della gara.

Anche l'ipotesi del pass, però, potrebbe aprire dei problemi non da poco. Probabile, infatti, che per ottenerlo occorra sottoporsi ai vaccini approvati in Europa e, dunque, Pfizer, Moderna, Astrazeneca Johnson & Johnson/Janssen e Novovax. Nel gruppo, però, vi sono anche ciclisti sottoposti ad altri vaccini, come ad esempio il russo Sputnik, e bisognerà dunque comprendere quale sarà la posizione delle istituzioni nei loro riguardi.