Per due mesi è rimasto attaccato alle macchine dell'ospedale che lo tenevano in vita, all’interno di una stanza del reparto di Rianimazione dell’ospedale Santissima Annunziata di Sassari. Fino a quando ieri, 2 gennaio, il cuore di Antonio Stefano Chessa ha cessato di battere. Il giovanissimo motociclista sassarese, 19enne, nella notte tra il 21 e il 22 ottobre dell’anno appena passato era stato protagonista di un tragico incidente lungo la strada vicinale di San Quirico, a Sassari, che l’aveva costretto al coma in un letto dell’ospedale sassarese.

Il ragazzo, in sella alla sua moto, secondo quanto ricostruito dagli agenti della Polizia stradale di Sassari aveva perso il controllo del suo mezzo a due ruote ed era andato a sbattere violentemente contro il muretto di una villetta. L’impatto, violentissimo, aveva svegliato gli abitanti della zona che, usciti di casa, avevano subito dato l’allarme. Però, nonostante il rapido intervento dei soccorsi, la situazione era sembrata da subito tragica. Il giovanissimo infatti non rispondeva alle cure dei medici del 118 che l’avevano da subito soccorso. Per questo era stato immediatamente trasferito nel reparto di Rianimazione del Santissima Annunziata.

Una tragica fatalità

Secondo quanto ricostruito dagli agenti della Polizia stradale, coordinati dal dirigente Inti Piras, il tragico incidente era andato in scena nella notte tra il 21 e il 22 dello scorso anno quando nella strada vicinale di San Quirico, a Sassari, erano da poco passate le 2:30 del mattino.

I poliziotti, allertati da una telefonata arrivata al centralino del 113, erano immediatamente arrivati sul luogo dell’incidente e si erano subito accorti delle gravi condizioni di Antonio Stefano Chessa. L’impatto con il muro di una villetta, tra villa Gorizia e San Giovanni, era stato devastante. Al punto che i medici del 118 avevano immediatamente portato il giovane nel reparto di rianimazione, dove i colleghi l’avevano sottoposto ad un delicatissimo intervento chirurgico.

Il ragazzo nello scontro con il muro aveva infatti riportato lesioni gravissime, che poi l’avevano costretto al coma. I poliziotti, la notte, avevano immediatamente dato il via alle indagini, ascoltando le persone che dopo il violento botto erano uscite di casa per capire cosa fosse successo. Purtroppo infatti nessuno aveva assistito allo schianto.

L’allarme

Secondo quanto accertato dagli investigatori della polizia l’allarme era stato immediatamente dato da un residente della zona. L’uomo infatti dopo aver sentito una moto passare vicino alla sua casa a forte velocità, aveva sentito un boato: “Ho sentito un rumore fortissimo di motocicletta – ha raccontato il testimone alla polizia – poi improvvisamente un rumore fortissimo. Sono uscito di casa raggiungendo la strada e ho visto un giovane per terra”. Una situazione tragica che ha fatto subito scattare l’allarme. Immediato l’intervento di un’ambulanza medicalizzata del 118 e degli agenti della Polizia stradale di Sassari. Le indagini erano partite immediatamente anche se non erano ancora chiare le dinamiche dell’incidente.

Sembrerebbe infatti che il giovane, a bordo di un’Aprilia 50, avrebbe perso il controllo del mezzo andando a schiantarsi contro il muro. Un impatto talmente violento da provocare il distaccamento del serbatoio della benzina del mezzo a due ruote. Tra l’altro Antonio Stefano Chessa non era nemmeno stato subito riconosciuto perché con sé non aveva documenti. Soltanto la madre, preoccupata perché il figlio non era rientrato a casa, aveva contattato le forze dell’ordine e aveva avuto la tragica notizia dell’incidente del figlio.