È un messaggio di auguri il brano di Mimmo Parisi. Come, a suo tempo, fece il popolare Ligabue incidendo “Buon compleanno Elvis”. Più precisamente e in questo caso, va da se, il riferimento è a un protagonista di carta, parole e nuvolette: Dylan Dog. Si tratta dell’antieroe inventato da Tiziano Sclavi che lo definì ‘indagatore dell’incubo’. È il 29 settembre del 1986 quando la Casa editrice Bonelli, editore fra gli altri del fortunato Tex, mette in circolo Dylan Dog. Il personaggio è abbastanza singolare per la linea editoriale della Bonelli. Tra l’altro, le figure horror stanno, in questo momento storico, perdendo terreno.

Qualcuno pensa che non vadano più e che abbiano fatto il loro tempo. Non così secondo la Casa editrice di Zagor. Insomma, dopo un inizio disastroso – il numero 1 è quasi del tutto invenduto – Dylan inizia a prendere quota e s’innalza nell’empireo dei protagonisti fatti di carta e china. Le fattezze di questo corrucciato detective londinese che abita con uno strano sosia di Groucho Marx al numero 7 di Craven Road, sono prese dall’attore Rupert Everett.

Trent'anni di Dylan Dog

Proprio e in occasione del trentennio dylaniano, quindi, il cantautore Mimmo Parisi ha pensato di segnalare l’evento con una canzone: “Non sono mica Dylan Dog”. Com'è solito per questo musicista, nel brano non vi è solo l’aspetto artistico e, in questo caso, celebrativo.

L’attenzione che l’autore ha per l’attualità, che riguardi il sociale o i cambiamenti di costume o, ancora, l’economia nel tempo della crisi, si riverbera comunque nei suoi testi. Così, il brano funziona anche come chiave di lettura per l’attualità e le sue problematiche. Un personaggio come quello di Sclavi, pur costituito da immagini e parole, è espressione di un certo modo di sentire il mondo e le sue vicissitudini.

Lo stile

Ad arricchire le uscite discografiche di fine estate, quindi, si aggiunge anche “Non sono mica Dylan Dog”, pubblicata l’11 settembre 2016. Il brano è stato composto, parole e musica, per l'appunto, da Mimmo Parisi. Il cantautore emiliano è intervenuto anche negli arrangiamenti. Tutti gli strumenti sono suonati dall’autore.

Mixing e mastering, invece, sono stati realizzati a Bologna presso lo studio Stelledicarta. La composizione è supportata da un lyric video. Da un punto di vista più prettamente stilistico, si è in ambito decisamente rock con spruzzi di hard rock. Il brano si annuncia con un arpeggio di chitarra crunch, al quale segue la voce riconoscibile dell’autore. Nell’inciso l’arpeggio cede il passo a una sequenza aggressiva di power chords. Gli altri strumenti presenti sono, il pianoforte che sostiene in maniera eccellente il tappeto di chitarra, il basso e la batteria programmata da Dieguito. Il brano è distribuito negli store digitali.