La scena Rap italiana – soprattutto per quanto riguarda le nuove generazioni – sembra diventare giorno dopo giorno sempre più legata all'immagine, e quindi ai vestiti, ai tatuaggi in faccia, alle capigliature bizzarre ed appariscenti, all'ostentazione di gioielli, orologi, e chi più ne ha più ne metta, ma sempre meno alle liriche ed ai contenuti delle canzoni.

Il rap game nell'era dei social

Allo stesso tempo, sembra che il guadagno economico ed il successo in termini di visualizzazioni, ascolti sulle piattaforme di streaming e numero di followers su Facebook e Instagram, sia diventato l'unico parametro per determinare il valore di un rapper o di un disco.

Oggi come oggi, in un rap-game ormai in tutto e per tutto asservito alle dinamiche dei social network – e non è difficile capirne il motivo, dato che il successo del rap italiano degli ultimi anni e figlio dei social, non certo dei media tradizionali – vince solo chi fa numeri.

In un panorama del genere, Nitro Wilson, che ha sempre messo la sostanza prima dell'apparenza, risulta quasi un pesce fuor d'acqua. Fa strano pensare che il rapper vicentino, classe 1993, abbia la stessa età dei più noti esponenti della cosiddetta nuova scena, con i quali sembra avere poco o niente da spartire, sia dal punto di vista tecnico, lirico, musicale, che a livello di comunicazione con i supporter. Probabilmente perché la sua carriera è iniziata prestissimo, quando l'Enfant Terrible della Machete era appena maggiorenne, quando i parametri di giudizi erano ben altri, "quando in questa musica spaccare era l'unica cosa importante", come direbbe Ensi.

Giocate il vostro giochino, finché funziona

Nella serata di ieri, l'autore di 'No Comment' ha sentito il bisogno di sottolineare come, secondo il suo punto di vista, i risultati in termini numerici di un disco o di un artista dovrebbero essere sempre messi in secondo piano rispetto alla qualità e all'onestà della musica. Queste le sue parole:

"Sono stanco di sentire rinfacciare prime posizioni, dischi d'oro o di platino, premi e onorificenze dell'ultimo minuto, sold out compulsivi.

Si vantasse qualcuno di fare bella musica. Di dire quello che pensa. Di essere se stesso in ogni frangente. Questo mondo è apparenza ed è finto come tutto ciò che viene postato, non corrisponde mai alla realtà. Io penso innanzitutto a rimanere nel cuore della gente per le mie parole. Voi giocate il vostro giochino, finché funziona.

Lavoro giorno e notte distruggendo il mio cervello per riuscire a migliorarmi, rinnovarmi e diventare sempre più bravo. Come se fossi ancora il ragazzino tredicenne che è salito sul palco per la prima volta. Per questo sono sulla cresta dell'onda da sei anni ormai. Per questo ho l'età di un giovane ma l'esperienza di un veterano. Non ripeto una formula fissa per il successo, cammino sul filo del fallimento rischiando tutto al 100 %".