C’è stato un tempo in cui l’essere esclusi da Sanremo era un qualcosa di vergognoso, un’onta da nascondere per gli artisti che avevano presentato una canzone in gara. Poi qualcuno ha avuto l’intuizione geniale: rendere pubblica la bocciatura poteva essere un modo originale per avere su di sé la luce dei riflettori. Infatti da anni fare polemica per la mancata ammissione al festival porta copertine, articoli di giornale, ospitate in tv. Un modo come un altro per ottenere visibilità, in un mondo ormai sempre più in crisi, come quello della discografia italiana.

Inutile sottolineare come, con l’avvento dei social, questa tendenza si è ancora più accentuata. Così la controversia per la mancata partecipazione alla kermesse è stata l’occasione per lanciare “Caramelle”, il brano che Pierdavide Carone aveva presentato con i Dear Jack.

Il lancio di 'Caramelle', subito dopo la notizia dell’esclusione

La strategia di lancio è stata rapida e ben congegnata, anche se gli artisti giurano che tutto è partito spontaneamente. Non appena ricevuta la notizia del “no” da parte della commissione – presieduta dal direttore artistico Claudio Baglioni – la canzone, che affronta un tema delicato come quello della pedofilia, è stata immediatamente resa pubblica.

Inoltre il brano è stato condiviso sui social da diversi artisti, come Giorgia, Elisa, i Negramaro, Bennato,i Nomadi, J-Ax, Ermal Meta ed i Tiromancino.

Carone assicura che un simile sostegno è stato del tutto inatteso.

Chi conosce un po’ i meccanismi della discografia italiana invece sostiene malignamente che c’è stata un’ottima regia dietro a questo supporto di tanti colleghi; fatto sta che in questi giorni il brano è stato molto ascoltato, ottenendo un discreto successo.

Le accuse di censura alla Rai e a Baglioni

Così l’autore della canzone ha potuto avere la sua piccola rivincita. Intervistato dal Corriere della Sera, Piedavide Carone spiega come la sua intenzione fosse quella di utilizzare il palco dell’Ariston per denunciare l’orrore di chi si vede all’improvviso sconvolgere la vita, non certo quella di speculare su un tema così scottante, come sostengono le solite malelingue.

Il cantautore tarantino si lamenta per la decisione di Baglioni, dal quale si dice “molto deluso”, visto che tra i due c’era un rapporto di stima, tanto che in passato avevano anche duettato insieme. Ma, secondo lui, gli organizzatori del festival non avrebbero apprezzato l’accoppiata con i Dear Jack.

Pur gradendo il brano, avrebbero preferito un duetto con un big più conosciuto, come accadde nel 2012 quando aveva presentato “Nanì”, una pezzo che raccontava una storia di prostituzione, sotto l’egida di Lucio Dalla, che per l’occasione si era reinventato come direttore d’orchestra.

Inoltre parla apertamente di “censura”, per la sua scelta di affrontare un simile argomento con una band proveniente dal mondo di Amici di Maria De Filippi, dove del resto è nato lo stesso Carone.

Anche Lorenzo Cantarini dei Dear Jack spiega che tutti credevano di avere già il biglietto d’ingresso per Sanremo in tasca, grazie al brano, ma poi è stata chiaramente avvertita una forma di censura, anche da parte dalla Rai, nei confronti di un tema considerato ancora tabù. Naturalmente, l’ipotesi che le altre canzoni scelte possano essere state giudicate migliori non viene minimamente contemplata dai diretti interessati.