E’ un lungo viaggio a ritroso nella storia di una famiglia che dal 1834 lega indissolubilmente le sue vicende aziendali con quelle di Napoli. «La genia dei Carità» è il libro con il quale il giornalista Nino D’Antonio ripercorre la storia di Gianni Carità, marchio di fama internazionale nel mercato dei gioielli, offrendo lo spunto per la presentazione delle prossime strategie commerciali, avvenuta nel corso di una conferenza stampa.

Giunta alla quinta generazione, la «Gc» è tra le prime aziende in Italia (dati Euromonitor International). A premiare lo storico marchio di gioiellisono state la secolare tradizione nel settore orafo, la maestria artigianale nella produzione dei gioielli e il disegno abbinato alle più evolute tecnologie.

I prodotti «Gc» sono distribuiti da una rete di circa 150 gioiellerie italiane di alta gamma, mentre sono particolarmente apprezzati in Belgio, Germania, Inghilterra, Polonia, Romania, Russia, Spagna, Stati Uniti e soprattutto in Giappone, che ha ricoperto un ruolo primario nelle presentazioni all’estero delle varie collezioni. L’approdo al mercato asiatico risale al 1985 con l’apertura del primo “corner” nel Department Store di Yokohama. Il legame con il Giappone a breve si consoliderà ulteriormente. Il 18 gennaio 2016 il patron Gianni Carità è stata invitato dall’Ambasciata italiana a Tokyo. Nell’occasione l’azienda napoletana presenterà l’ultima linea di gioielli, la «Chain», in oro e pietre preziose.

In un periodo complicato per l’economia internazionale, il mercato dei gioielli, soprattutto quelli di lusso, sta facendo registrare degli incoraggianti segnali di ripresa. Cresce il numero degli italiani, ma soprattutto dei turisti stranieri che acquistano gioielli di alta gamma e per il 2015 si stima un incremento delle vendite pari al 3%.

Questi sono segnali che la «Gc» ha colto per programmare il nuovo sviluppo del marchio sui mercati europeo e asiatico.

La storia del marchio Carità parte dalla Napoli borbonica e attraversa cinque generazioni. Sono passati quasi due secoli da quando Vincenzo Carità, bisnonno di Gianni, aprì la sua prima bottega nell’antico Borgo Orefici, nel cuore della città, sotto il regno di Ferdinando II di Borbone.

Si racconta che godesse di un buon rapporto con gli ambienti di corte tanto che realizzò una collana per la regina Maria Teresa d’Austria. Da allora, da una generazione all’altra, sempre un Vincenzo e un Giovanni si sono succeduti alla guida dell’allora laboratorio, oggi «Gianni Carità & Figli» di fama internazionale.