All'interno della Manovra di Bilancio dovrebbe trovare posto, secondo le ultime indiscrezioni circolate, la trasformazione in misura strutturale del bonus bebè, tanto caro ad una parte della maggioranza che sostiene il Governo. Ma la stabilizzazione della misura porta con se una sorpresa, non proprio piacevole. Infatti, sempre secondo quanto è dato sapere, l'importo dell'assegno, che attualmente è di 960 euro all'anno dovrebbe passare a 480 euro annui. Quindi verrebbe dimezzato. Inoltre, il Governo avrebbe dato via libera ad una serie di emendamenti, in totale sarebbero 6, che interessano, in particolar modo gli Enti Locali.
Vediamo di descrivere nel dettaglio cosa si prevede sia per quanto riguarda le famiglie che le amministrazioni locali.
La rimodulazione del bonus bebè
Secondo quanto prevede attualmente la legge, alle neomamme viene riconosciuto un contributo mensile di 80 euro, mentre secondo l'emendamento riformulato in Commissione Bilancio del Senato e che dovrebbe essere votato a breve dal 2019 il contributo mensile sarà di soli 40 euro. Anche se, come abbiamo precisato, da tale data la misura diverrà strutturale. Inoltre, diversamente da come è attualmente, il bonus verrà erogato solo per i 12 mesi del primo anno di vita del bambino. Attualmente, invece, viene erogato per i primi tre anni del piccolo.
Dal 2019, come accennavamo, l'importo del contributo, sceso a 40 euro, verrà erogato a partire dal mese di nascita del bimbo o dal primo mese in cui l'adozione diviene effettiva.
Per usufruire del bonus è inoltre necessario che il reddito del nucleo familiare del richiedente non sia superiore, in base al modello ISEE, ai 25 mila euro lordi annui. Se il reddito del nucleo familiare, poi, è inferiore ai 7 mila euro annui l'importo erogato del bonus viene raddoppiato. Infine, ancora per tutto il 2018 viene confermato l'importo di 960 euro in rate mensili da 80 euro del bonus bebè.
Capitolo Enti Locali
Passando alle misure relative alle amministrazioni locali la Commissione Bilancio del Senato ha dato via libera a ben sei emendamenti che dovrebbero incidere pesantemente sui bilanci degli Enti Locali. Secondo un primo emendamento, infatti, si prevede di ridurre sensibilmente, sia per il 2018 che per il 2019, la quota del Fondo di Solidarietà Comunale delle Regioni.
Nel 2018 si passerà da una quota del 55% al 45%. Mentre nel 2019 questa passerà dal 70% al 60%.
Viene, inoltre, consentito ai singoli Comuni, attraverso un secondo emendamento, di derogare ampiamente ai vincoli finanziari per interventi urgenti di messa in sicurezza del territorio comunale necessari a seguito di calamità naturali e previa richiesta dello stato di emergenza.
Un terzo emendamento punta a rendere più graduale l'impatto dei crediti dubbi, o deteriorati, sui bilanci degli Enti. Infatti, si propone di ridurre le percentuali di accantonamento dall' 85% al 75% per il 2018, dal 100% all'85% nel 2019 arrivando al 100% solo a partire dal 2021.
Per quanto riguarda gli altri emendamenti vanno ad introdurre proposte di modifica in riferimento alla procedura di fusione tra Comuni, del Documento di Programmazione Semplificato e, in ultimo, riguardano la richiesta di una relazione biennale che la commissione tecnica sui fabbisogni standard dovrà inviare alla Commissione bicamerale parlamentare.