Il sistema bancario italiano prosegue sul percorso di consolidamento delle strutture di capitale e riduzione degli NPL, anche grazie alla prima adozione del principio contabile interazionale denominato IFRS9 e alle pressioni delle autorità di vigilanza. A questo proposito Banco BPM ha messo in cantiere il cosiddetto progetto Exodus, un piano per la dismissione di un portafoglio di crediti deteriorati del valore lordo di circa 5 miliardi.

I dettagli dell'operazione

Lo schema prevede una struttura di cartolarizzazione mediante la quale i crediti verranno trasferiti ad una società veicolo denominata Red Sea SPV.

Per finanziare l'acquisto, verranno emesse tre tranche di titoli ABS (asset backed securities) una senior, una mezzanina e una classe junior.

Inizialmente sarà lo stesso istituto a sottoscrivere i titoli, successivamente sulla classe Senior sarà attivata la GACs in modo da consentire il deconsolidamento dei crediti in seguito alla cessione a soggetti terzi delle tranche mezzanine e junior. Il prezzo di trasferimento dovrebbe essere in linea con i valori netti di bilancio e l'impatto contabile dovrebbe essere già registrato nella prossima semestrale.

Il piano di riduzione degli NPL

L'operazione in questione si iscrive nel piano pluriennale di riduzione dei crediti problematici per un totale di 13 miliardi, ad oggi realizzato per 4,5 miliardi.

I mercati hanno recepito positivamente questa scelta gestionale, nonostante le recenti turbolenze connesse all'incertezza politica originata dal ritardo nella formazione del nuovo governo. Si tratta altresì della realizzazione di un impegno che il management aveva assunto fin da quanto era stato approvato dalla BCE il progetto di fusione tra Banco Popolare e Banca Popolare di Milano.

Con l'aggiunta di questo passaggio, anche Banco BPM si avvia sulla strategia di cessione/JV con operatori specializzati già sperimentata dagli altri tre principali gruppi bancari del paese. Intesa Sanpaolo, ha infatti avviato nel primo trimestre di quest'anno una partnership con il gruppo Intrum Iustitia Lindorff per la creazione di un servicer da 40 miliardi in gestione con dismissione di un portafoglio NPL da 10 miliardi.

Unicredit aveva ceduto nel biennio precedente la propria piattaforma di gestione, doBank, successivamente quotata alla borsa di Milano, insieme ad un portafoglio da 17,7 miliardi (cosiddetto project FINO); da ultimo MPS ha completato una cartolarizzazione da 24 miliardi che avrà come servicer principale una piattaforma compartecipata da Quaestio SGR e Cerved Credit Management.