L'11 giugno scorso, la Borsa di Milano ha fatto segnare un guadagno di oltre il 2% grazie alla spinta data dai titoli bancari. Ma, a ben vedere, molti hanno attribuito questa ripresa di Piazza Affari alle parole del Ministro dell'economia, Giovanni Tria, che, in una lunga intervista al "Corriere della Sera", ha delineato la "linea economica di questo governo". Sta di fatto che i mercati hanno percepito le parole di Tria come un ammorbidimento rispetto a quanto messo nero su bianco nel contratto del governo per il cambiamento. Anche perché il Ministro ha affrontato diversi punti chiave.

La linea su debito pubblico e deficit

Il primo tema affrontato da Tria nell'intervista al Corriere è stato la riduzione del debito pubblico italiano. Come sappiamo, il debito ha ormai raggiunto e superato quota 130% rispetto al Pil. Il contratto di governo firmato da M5S e Lega parla di crescita del Pil da raggiungere attraverso lo stimolo della domanda, sia interna che esterna, quindi aumentando le esportazioni. Questo dovrebbe portare ad una diminuzione del rapporto deficit/Pil, in quanto aumenterebbe il denominatore. Nello stesso tempo, secondo quanto riportato nel contratto di Governo, dovrebbero essere ridiscussi determinati vincoli europei imposti dai Trattati: tutto ciò consentirebbe di liberare risorse utili alla crescita.

Da parte sua, Giovanni Tria ha ribadito che l'obiettivo da raggiungere è la riduzione del debito. Ma non ha specificato quali misure espansive si debbano adottare o quali aspetti dei Trattati Ue sarebbero da ridiscutere. Si è limitato a dire che non sono ancora state fatte delle stime e che queste verranno presentate a settembre 2018 con la nota di aggiornamento del Def.

Ha, comunque, ribadito che il presupposto dell'azione di governo su questi temi è quello di non incrinare la fiducia sulla nostra sostenibilità finanziaria.

La riforma pensionistica

Altro tema molto sentito, sopratutto dall'elettorato pentastellato, è la riforma o, addirittura, l'abolizione della Legge Fornero. Si tratta di un punto qualificante del contratto di governo, sul quale tutti erano d'accordo.

Il contratto parla anche di una cifra di 5 miliardi di euro, necessaria per sanare gli squilibri generati dalla cancellazione della legge Fornero.

Da parte sua, Giovanni Tria si mantiene prudente, come richiesto anche dal suo ruolo istituzionale, e non parla di abolizione tout court o di revisione della legge, anche in merito alla proposta gialloverde di arrivare a quota 100. Ribadisce che, su questo tema, occorre adottare una Politica di lungo termine e che sono sicuramente necessari dei miglioramenti.

Pace fiscale

Anche per quanto riguarda l'introduzione della cosiddetta 'pace fiscale', che dovrebbe rappresentare il presupposto necessario per l'introduzione delle due principali riforme economiche care a questo governo, cioè la flat tax e il reddito di cittadinanza, vi sono dei distinguo da fare.

Infatti, anche su questo tema, il Ministro Tria si mantiene molto prudente, nonostante il contratto di governo parli della possibilità di concedere al debitore uno sconto sui debiti fiscali non pagati allo Stato. Tria ha sottolineato il fatto che servano delle simulazioni per capire dove si può arrivare e definire chiaramente la norma. In tutto questo i mercati ringraziano.