Il Vicepremier, Ministro dell'Interno e leader della Lega Matteo Salvini si è recentemente sbilanciato parecchio sulla partenza di Quota 100, la riforma pensionistica attesa da migliaia di italiani. Nonostante le affermazioni di altri membri del Governo M5S-Lega guidato da Giuseppe Conte di far partire le due riforme principali, reddito di cittadinanza e riforma delle Pensioni appunto non prima del mese di aprile, Salvini ieri ha spiazzato tutti affermando che si attende che Quota 100 parta al massimo per febbraio 2019 tenendo conto anche dei tempi tecnici necessari per approvare la manovra economica, che lunedì 3 dicembre approderà nell'Aula di Montecitorio.

Le parole di Salvini

Il Vicepremier leghista in particolare ha detto: "La quota 100 entrerà in vigore a inizio 2019. Non ad aprile. Se non sarà a gennaio per motivi tecnici al massimo mi auguro che sarà a febbraio", soffermandosi a parlare con la stampa fuori da Montecitorio. Poi ha aggiunto che non verrà tolto nulla dalla Manovra economica. E ha precisato che se i tecnici dei Ministeri coinvolti, in particolare il Ministero dell'Economia e delle Finanze, dovessero fare presente al Governo giallo-verde che sono stati stanziati più fondi di quelli effettivamente necessari per poter garantire a tutti il diritto di andare in pensione se vogliono, tali denari verranno dirottati su altre priorità.

Ad esempio, afferma Salvini, la tutela del territorio.

Le precisazioni del Sottosegretario Durigon

Ad entrare maggiormente nel dettaglio dei numeri implicati è stato il Sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, in quota Lega, secondo il quale la spesa stimata nel solo 2019 per Quota 100 sarà certamente inferiore allo stanziamento predisposto che, lo ricordiamo, è di 6,7 miliardi di euro.

Questo perché, come spiega sempre il Sottosegretario sentito da "Repubblica", le uscite dei dipendenti della Pubblica Amministrazione dovrebbero essere inferiori alle attese. il problema è che, nonostante tutto, non ci sono ancora le norme attuative. A questa obiezione Durigon risponde ricordando che il Governo ha a disposizione due strade alternative.

O inserendo un emendamento specifico nella Manovra economica, oppure predisponendo un decreto ad hoc.

Ribadita anche la partenza della pensione di cittadinanza

Nel dibattito sulla riforma pensionistica è entrato anche l'altro Vicepremier, Luigi Di Maio. Il Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico ha ribadito che l'innalzamento delle pensioni minime fino alla soglia dei 780 euro (la cosiddetta "pensione di cittadinanza") è una "misura di civiltà" e su questo il ministro ha chiarito che "non si torna indietro". Secondo quanto riporta "Repubblica" però, solo una parte della platea di pensioni minime dovrebbe essere innalzata a 780 euro. In base ai calcoli pubblicati dal quotidiano romano su 3 milioni e 200 mila pensioni minime tale adeguamento spetterà solo a poco più di 500.000 pensioni. Cioè circa il 16% del totale.