Moscovici e Salvini ai ferri corti, con Juncker nel mirino del vicepremier come “corresponsabile” di una polemica destinata a lasciare il segno nei già complicati rapporti tra Italia ed UE. Dopo la doppia stoccata nel giro di pochi giorni del Commissario alle politiche economiche, è arrivato puntuale e vibrante il contrattacco del leader leghista, intenzionato a respingere al mittente le frecciate lanciate dal francese all'indirizzo dei “populisti” al governo in Paesi membri “non allineati” al resto dell'Unione. “Non mi sveglio la mattina pensando al loro giudizio” ha ironicamente precisato il ministro dell'Interno ai giornalisti che lo avevano raggiunto al villaggio della Coldiretti nella Capitale, per poi passare alle accuse dirette contro i vertici delle istituzioni comunitarie responsabili dell'offensiva mediatica degli ultimi giorni: “Hanno impoverito e precarizzato gli italiani e l'Europa con le loro manovre”.

Moscovici attacca, Salvini risponde per le rime

Come se non bastasse, Matteo Salvini ha citato espresamente Pierre Moscovici e Jean Claude Juncker additandoli come colpevoli di politiche che starebbero da tempo “rovinando” sia l'Italia che l'UE, promettendo di “andare avanti dritti e sereni” nonostante le pressioni di Bruxelles e di altri centri del potere comunitario poco amici, a suo avviso, dei popoli colpiti dalla crisi. Sullo sfondo, echeggia ancora la diatriba sulla gestione dei flussi migratori nel Mediterraneo e sull'accoglienza degli extracomunitari, che vede opposti da un lato i sostenitori della linea “dura” sulla difesa dei confini e dall'altro i fautori dell'apertura delle frontiere con obblighi di integrazione di profughi e rifugiati.

UE, Moscovici e Salvini ai ferri corti

Proprio ieri il massimo responsabile della Commissione aveva punzecchiato il capo della Lega, associato a Orban, Le Pen e ai nazionalisti polacchi in una lista di “ribelli” da fermare a tutti i costi per il bene dell'intero progetto dell'Unione, non senza chiamare in causa concetti delicati come la tenuta della democrazia e la difesa della libertà dei cittadini europei rispetto al pericolo populista.

Nessun indietreggiamento per Matteo Salvini: “Dicano quello che credono” ha aggiunto il numero 2 del governo Conte ai microfoni dei cronisti presenti all'incontro con la Coldiretti, lasciando intendere la volontà di proseguire il braccio di ferro con l'Europa sui temi dell'immigrazione e del rispetto dei vincoli di bilancio che dividono (oggi più che mai) Roma da Bruxelles.