I precari toscani della Scuola scendono in piazza per dire NO al concorso truffa: si tratta dei docenti rappresentanti di 'Noi scuola Firenze' che hanno protestato contro la maxi selezione indetta dal Miur attraverso i bandi pubblicati (con ampio ritardo) alla fine di febbraio.

Ultime news scuola, venerdì 24 marzo 2016: docenti protestano contro il concorso truffa

Valerio Cai di Noi scuola Firenze ha spiegato, in maniera dettagliata, tutti i motivi della contestazione. 'Stiamo attendendo la sentenza della Corte Costituzionale, prevista per il prossimo 17 maggio, attraverso la quale è auspicabile la stabilizzazione di migliaia di precari che hanno alle loro spalle più di 36 mesi di servizio.

Il ministero, invece, ha indetto il concorso per fine aprile proprio per anticipare la sentenza'.

La protesta dei docenti precari della Toscana riassume il malumore della stragrande maggioranza degli insegnanti italiani. 'La riforma Buona Scuola ha previsto il solo concorso per esami, mentre la Costituzione - spiegano i precari - contempla, oltre al concorso per esami, anche quello per titoli, vale a dire le graduatorie di merito'.

Commissioni esaminatrici sotto pagate: 'Meritocrazia o clientelismo?'

La protesta verso questo concorso definito 'truffa' riguarda anche l'organizzazione: infatti si accusa il Ministero dell'Istruzione di voler 'ricompensare' i membri delle commissioni esaminatrici con la 'miseria' di un un solo euro lordo all'ora.

L'irrisoria retribuzione fa nascere il sospetto che non saranno i docenti migliori a comporre le commissioni bensì quegli insegnanti motivati da interessi di tipo clientelare.

Non solo il concorso a cattedra non è necessario in quanto i docenti hanno già superato delle selezioni dure in fase di conseguimento della loro abilitazione, ma le commissioni potrebbero finire per favorire 'chi deve passare' e non i migliori docenti dal punto di vista della loro preparazione professionale.

Ecco perchè i docenti di 'Noi scuola Firenze' e dell'associazione dei docenti-educatori chiedono il ritiro del concorso o, comunque, il rinvio, in modo da poter costituire delle commissioni giudicatrici che possano garantire un giudizio equo e competente.