Prosegue imperterrito il dibattito sulla pensione anticipata, molte le proposte giunte in Parlamento che il Governo Renzi dovrà tenere in considerazione per decidere le sorti previdenziali dei lavoratori.

Pensione anticipata uomini e donne: Quota 100 mette tutti d'accordo?

Per quanto concerne il pensionamento anticipato uomini e donne vi è la speranza dei lavoratori di veder approvata quanto prima la proposta di Damiano, ossia la pensione Quota 100 che consentirebbe a chiunque raggiunga la soglia 100, sommando età anagrafica e contributiva, di poter accedere finalmente all'agognata pensione.

Secondo i lavoratori la Quota 100 incarnerebbe a pieno la loro richiesta di flessibilità in uscita, in quanto, permettendo più combinazioni tra età e contributi versati, consentirebbe dunque a più persone, con differenti storie di vita, di poter accedere alla pensione anticipata. L'unico limite posto da Damiano parrebbe, stando a quanto riportato su Pensioni Oggi, 60 anni d'età e 35 di contributi, tutte la altre combinazioni sarebbero ugualmente accettabili. Quindi via libera alla pensione per chi ha, ad esempio : 40 anni di contributi e 60 anni d'età oppure 38 di contributi e 62 d'età o ancora 37 di contributi e 63 d'età etc.

Pensione anticipata donna, opzione contributivo: pronta class action

Per quanto concerne l'opzione donna é venuta meno la possibilità richiesta da Sel di poter estendere la pensione anticipata donne fino al 2016, è infatti stato bocciato l'emendamento che richiedeva la proroga del regime sperimentale.

Ora le lavoratrici unite nel Comitato Opzione donna avvieranno probabilmente la class action dinanzi al Tar del Lazio per chiedere l'abolizione delle due circolari "incriminate" ossia a 35 e la 37 del 2012. La vicenda è ormai nota: le legge 243/2004 consentiva fino al 31/12/2015 alle lavoratrici con 35 anni di contributi di poter accedere alla pensione anticipata a 57 anni se dipendenti e 58 se autonome, le successive circolari hanno sancito, invece, che la data andava intesa come termine ultimo per la chiusura della finestra mobile che dura 12 mesi per le lavoratrici dipendenti e 18 per le autonome.

Quindi per le lavoratrici la possibilità della c.d opzione donna è già scaduta, sebbene le domande al momento vengano accolte dall'Inps che le tiene in standby fino alla decisione del Ministero del Lavoro.

Pensioni minime sempre più minime: addio integrazione

Notizie non certo migliori giungono per chi accederà alla pensione, la riforma Dini del 1995 ha previsto il metodo di calcolo dell'assegno interamente contributivo, eliminando anche l'integrazione che le pensioni minime ricevono dallo Stato.

Oggi, infatti, chi ha pensioni sotto i 502 euro ottiene un'integrazione, che però per i giovani con carriere frammentate che hanno iniziato a lavorare dopo il 1995 non vi sarà più. Le pensioni, che oggi sono già considerate minime, un domani rischiano di essere "da fame", stando ai dati Inps rielaborati da Il Corriere della Sera con buona probabilità nessun lavoratore tra i 30-50 anni otterrà una pensione pari a più del 60% della retribuzione. Le proiezioni sono imbarazzanti : un giovani di 30 anni che oggi guadagna 1000 euro netti al mese accederà alla quiescenza con una pensione che potrà oscillare tra i 343 euro ai 542 euro se dipendente e addirittura 283 euro fino a 449 se autonomo. Queste ad oggi le ultime novità su pensioni anticipata uomini e donne e sulle pensioni minime, se volete rimanere aggiornati cliccate sul tasto "Segui".