"Il nostro sistema pensionistico è tra i più forti. I numeri precisi li vedremo, non escludo sorprese sul fronte della crescita [...] la nostra posizione è stata pragmatica". Sono queste le parole utilizzate dal Ministro del lavoro Pier Carlo Padoan, che ha commentato in questo modo le conferme in arrivo dalle rilevazioni OCSE compiute nel mese di dicembre. L'economia italiana potrebbe quindi tornare a crescere nei prossimi mesi, motivo per il quale da via venti settembre si vuole spingere al massimo sul capitolo delle riforme, cercando di mantenere quanto di buono è stato fatto fino ad oggi; e tra gli interventi considerati più positivi, il Ministro dell'economia non ha mai nascosto la conferma delle misure previste con la legge Fornero, considerata come una buona riforma dal punto di vista della sostenibilità finanziaria.
Riforma Fornero, il prezzo della sostenibilità e la necessità di nuove riforme nel campo della previdenza
Il problema, casomai, è che i conti della previdenza sono stati stabilizzati anche al prezzo di un eccessivo irrigidimento nei criteri utili all'uscita dal lavoro, un fenomeno che ha creato evidenti squilibri non solo nelle persone più avanti con l'età, ma anche nei giovani che si sono trovati disoccupati a causa del blocco del turn over. Proprio per questo si spera che i germogli di ripresa possano facilitare l'introduzione di nuovi strumenti normativi di flessibilizzazione del pensionamento, anche perché ormai la questione rischia di trascendere il semplice piano economico per arrivare a generare un vero e proprio problema di tenuta sociale.
Stante la situazione, appare evidente che una sorta di conciliazione tra le esigenze di tenuta dei conti pubblici e quelle di quiescenza dei lavoratori vada trovata al più presto. La "quadra" potrebbe arrivare attraverso dei meccanismi di riequilibrio del sistema pensionistico, un'ipotesi che starebbe prediligendo l'esecutivo e che avrebbe trovato un ulteriore conferma attraverso la nomina dell'economia Tito Boeri alla Presidenza dell'Inps.
L'idea è quella di permettere il pensionamento anticipato reperendo le risorse in parte attraverso un ricalcolo contributivo della mensilità ed in parte con un aggiustamento delle Pensioni più alte. Un piano tutt'altro che semplice da applicare viste le resistenze già mostrate in passato in relazione a quelli che molti considerano dei diritti previdenziali ormai acquisiti, seppur basati sul calcolo retributivo.
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