Dopo i primi voti parlamentari favorevoli alla Riforma della Scuola i Cobas hanno deciso di organizzare il blocco degli scrutini e di tutte le attività scolastiche per due giornate ed hanno fissato per il 7 giugno una manifestazione nazionale.

I sindacati hanno detto chiaramente che qualora i punti cruciali della Riforma della scuola rimanessero tali da non accogliere i rilievi fatti al Governo sarebbero pronti a bloccare gli scrutini. La comunicazione arriva dai Cobas ma anche la Cgil appoggia l'idea. Susanna Camusso ha criticato tra le altre cose l'assenza del tema dell'apprendistato nel Ddl, insomma una riforma che lascia molto a desiderare e le ragioni del no a questa rivoluzione nell'ambito scolastico sono giustificate e ormai a tutti ben note.

Ma cosa succederebbe nel caso di blocco degli scrutini?

Ai sensi dell'art.192 del DLgs 297/1994, per essere valevole lo scrutinio è necessaria la presenza di tutto il corpo docente, anche l'assenza di uno solo è sufficiente a invalidarlo. Inoltre, le regole parlano chiaro se non si concludono le lezioni non si può procedere ad alcuno scrutinio, questo non si può posticipare d'ufficio se sono previste giornate di sciopero.

I sindacati restano in attesa di una nuova convocazione da parte di Renzi a cui è stato sindacato soprattutto il tema della valutazione e dell'assunzione da parte del dirigente scolastico del docente. Come potrebbe un preside, con centinaia di docenti, che sono in servizio in luoghi diversi, giudicare le loro capacità e come potrebbero i genitori e gli studenti?

Inoltre come può scegliere per l'assunzione degli sconosciuti? La meritocrazia è l'ambizione del premier ma in questi termini crea solo caos, lotte nelle scuole ma soprattutto ingiustizie.

La decisione del blocco degli scrutini è stata presa anche a seguito della minaccia di precettazione che secondo Piero Bernocchi, portavoce nazionale Cobas, compete ai prefetti in casi di 'grave turbativa' di una manifestazione di dissenso e non alla Politica.

Il Garante è intervenuto dicendo che valuterà la legittimità della proclamazione.

Matteo Renzi, a riguardo dello sciopero, ha ribadito il suo parere negativo sullo stralcio dal decreto del piano delle assunzioni, sembra aver ripensato alla questione meritocrazia ipotizzando la presenza di un comitato, non ha però detto da chi sarà formato.

Sull'assunzione e sul tema precari nulla di nuovo; il Governo ha previsto un piano di assunzioni di parte dei precari e per il premier già questo è molto. Il problema è che rimangono fuori dal piano 150 mila di precari docenti e ATA (di quelli che sono rimasti senza lavoro con i tagli Gelmini) e che la meritocrazia discrezionale di un gruppo di persone lascia il tempo che trova e non piace davvero a nessuno.

Oggi il voto favorevole della Camera al preside sceriffo.

L'aula non ha per niente tenuto conto delle richieste di sindacati e scuola, ha votato alla Camera con 214 voti a favore e 100 contrari l'articolo 9 del ddl Scuola sulle competenze del preside. Sarà questi a sceglierà i propri  docenti di ruolo e per farlo dovrà dichiarare l'assenza di incompatibilità per parentela o affinità entro il 2° con i professori, le cose non cambiano di molto.

L'incarico tiene conto dell'auto-candidatura dei docenti.

Il tema più spinoso della Riforma è stato quindi approvato senza modifiche di sorta e l'impostazione di base rimane identico, l'iter parlamentare della Riforma della Scuola continua lasciando senza ascolto le esigenze del mondo scolastico.