Il mezzo milione di persone scese in piazza in tutta Italia per far sentire la propria voce e manifestare il proprio dissenso per una riforma che "buona" non è (a parere dei manifestanti), inizia a sortire i propri effetti. Il presidente del consiglio Renzi appare più disponibile a rivedere alcuni punti bocciati dai docenti. A tal proposito ha convocato con urgenza i parlamentari P.D. ed i membri delle commissione cultura per correre ai ripari. Intanto alcuni parlamentari dem. incontreranno i rappresentanti sindacali della scuola, per discutere con loro le eventuali e potenziali modifiche da poter apportare al disegno di legge in discussione alla camera.
Disegno di legge che nelle volontà del governo dovrà essere approvato entro il 19 di questo mese, per consentire agli uffici ministeriali ed alle singole unità scolastiche di procedere con la messa in moto della macchina burocratica per l'espletamento di tutte le iniziative atte ad un regolare inizio anno, fin dal primo giorno di scuola a settembre.
Lo sciopero "storico", sia per la massiccia e partecipata adesione del personale scolastico, docente e dirigente in testa, sia per la ritrovata unità sindacale (almeno nel comparto della scuola), fa parlare e discutere in seno al governo e tra i partiti. L'esclusione di migliaia precari dalle assunzioni, quelli delle graduatorie d'istituto in particolare, l'aumento dei poteri dei dirigenti, il blocco del contratto fermo da anni e l'esclusione del personale tecnico-amministrativo dal piano delle assunzioni, questi i grandi temi e le motivazioni che hanno indotto la scuola a scioperare.
Ed a questi temi il premier Matteo Renzi, capo del governo e non solo, ma anche primo firmatario nonché paladino del disegno di legge sulla Buona scuola, nonché segretario del partito di maggioranza che appoggia il governo stesso, in prima persona dovrà dare risposte convincenti e condivise.
"La scuola è dei professori e degli studenti e non dei sindacati, ma se tutti dicono che alcuni punti non vanno allora c'è un problema e interveniamo", ha comunicato Renzi, lasciando intendere che è disponibile ad aprire un dialogo con chi ieri ha manifestato, ma senza stravolgere l'impianto del disegno di legge. Vedremo nelle prossime ora come evolverà la questione. Noi ne seguiremo lo sviluppo, tenendovi come sempre informati. Intanto cliccate su "segui" in alto sopra al titolo.