"Come ha ricordato Poletti, si affronterà il tema della flessibilità del sistema pensionistico: si tratta di un argomento prioritario che vorremmo risolvere con le proposte del PD depositate in Commissione lavoro. La principale consente di andare in pensione a partire dai 62 anni, con 35 anni di contributi e l'8% di penalizzazione". Sono le dichiarazioni rilasciate nella giornata di ieri dall'On. Cesare Damiano e riprese dall'Agenzia di informazione Ansa, riguardo la delicata vicenda dei mancati pensionamenti che si sono generati con l'approvazione della riforma previdenziale avvenuta nel 2011.
L'improvviso innalzamento dei criteri anagrafici e contributivi utili per ottenere l'accesso all'Inps ha di fatto generato un numero elevato di situazioni di disagio, sebbene abbia colto l'obiettivo di rendere sostenibile il sistema nel lungo periodo. Per questo motivo, il Governo è ora chiamato a cercare una soluzione di compromesso che possa finalmente flessibilizzare in via strutturale l'accesso alla quiescenza.
Si punta alla legge di stabilità per il sistema a quote e la tutela dei lavoratori precoci
Stante la situazione, appare ormai chiaro a tutti che risulta urgente introdurre nell'attuale sistema previdenziale dei meccanismi che possano risolvere finalmente le esigenze dei disoccupati in età avanzata e di coloro che vivono situazioni lavorative di disagio.
Tra le proposte della Commissione lavoro alla Camera si pensa anche ad uno strumento in favore dei lavoratori precoci, che hanno iniziato in giovane età il primo impiego e che ora si trovano costretti a restare lavoratori attivi nonostante quattro decenni di attività sulle spalle, per via dello stringente requisito anagrafico previsto con la legge Fornero.
Per questi soggetti, si punta ad aprire le porte della quiescenza tramite una norma che permetta il pensionamento anticipato con quarantuno anni di contribuzione, indipendentemente dall'età raggiunta.
Apertura alle pensioni anticipate, non si possono guardare solo i costi ma serve far ripartire il turn over
"La nostra proposta non può essere liquidata, come ha fatto l'Inps, come un problema di costi che si scaricherebbero sulle giovani generazioni: al contrario, con la flessibilità si aiutono i giovani, a meno che non si vogliano aziende di settantenni" conclude il Presidente della Commissione lavoro alla Camera Damiano.
Il riferimento va ovviamente alle parole pronunciate dal Presidente dell'Inps Tito Boeri, con le quali ha lanciato l'allarme sui costi da sostenere per realizzare una forma di pensionamento anticipato basato sul sistema a quote. Per l'economista alla guida del nostro istituto di previdenza il meccanismo da preferire dovrebbe essere quello del ricalcolo contributivo della mensilità erogata, così da assicurare la tenuta dei conti nel lungo periodo. Ma contro tale ipotesi si sono opposti non solo diversi esponenti della politica, ma anche i sindacati e i principali rappresentanti delle parti sociali.
E voi, cosa pensate delle ultime dichiarazioni in arrivo dal Parlamento circa la flessibilità previdenziale?
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