Il testo del maxiemendamento sulla riforma della Scuola non ha certamente entusiasmato le opposizioni ed, in modo particolare, la minoranza democratica di sinistra, vera 'spina nel fianco' di Matteo Renzi.

La scelta della fiducia al governo, per esempio, ha convinto Stefano Fassina a lasciare il Partito Democratico, come se fosse stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Fassina lo ha annunciato in una sezione della periferia romana: 'Non esistono più le condizioni per rimanere nel Pd. Lavorerò con altri per la costruzione di un altro progetto'.

DDL Scuola, Mineo 'Non lo voto', Speranza 'docenti sotto la clava del preside-manager'

Anche Corradino Mineo ha espresso il suo dissenso per il nuovo DDL: 'Se resta così com'è, non posso votarlo, perchè le modifiche che hanno fatto sono riuscite a peggiorare il testo precedente. Un esempio: che senso ha il collegio dei docenti che dovrà valutare l'insegnante? E' un plotone d'esecuzione! Allora era meglio il preside.'

Anche Roberto Speranza è dell'opinione che si 'doveva e si poteva fare di più. Il punto più difficile per gli insegnanti resta il ruolo del dirigente scolastico - sottolinea il deputato PD - Gli insegnanti guadagnano poco come stipendio, manca un riconoscimento sociale adeguato e adesso hanno giustamente paura di perdere autonomia finendo sotto la clava del preside-manager'.

Riforma scuola: Forza Italia, M5S e sindacati attaccano il governo

Anche Forza Italia non è affatto contenta del nuovo testo: 'I continui ritardi del Pd hanno prodotto questo risultato: di fatto, gli insegnanti verranno assunti solo fra un anno”, ha dichiarato Elena Centemero, responsabile scuola del partito guidato da Silvio Berlusconi. 

Marcello Pacifico dell'Anief va giù duro: 'Il governo ha promesso un posto, ma la sostanza del DDL non è cambiata perchè dal 2016 i nuovi docenti verranno sempre scelti dai presidi.' 

Anche il Movimento 5 Stelle attacca il testo del maxiemendamento: 'Non c'è stata alcuna modifica reale: il testo resta inaccettabile, non ritireremo gli emendamenti'.

Infine, alla Gilda insegnanti non piace un punto relativo alle domande e ai trasferimenti: infatti, il governo ha introdotto una clausola perentoria: 'In caso di indisponibilità sui posti per le province indicate, non si procede all'assunzione'. 

Rino Di Meglio attacca: 'Non vorremmo che si trattasse di una mossa del governo per sfrondare il numero degli assunti' perchè i docenti che sbaglieranno qualcosa nella domanda, rischieranno di rimanere fuori.