Non si sa se è stato l'effetto spauracchio di vedersi eliminare con tutte le Gae o la promessa del posto in provincia che Faraone ha fatto alla scadenza della presentazione delle domande. Sta di fatto che le domande pervenute sono state 71.643. Ma il dato comprende anche quelle presentate per la fase A. Lo stesso ministro Giannini, a corredo dei toni trionfalistici di Matteo Renzi sul risultato finale, dice che 29.000 docenti sono stati già immessi in ruolo. Si tratta di quel normalissimo turn over decretato dall'ex ministro Carrozza prima che entrasse in vigore una contestatissima riforma nota come la Buona Scuola.

Lotteria di posti

Qualcuno li ha definiti i posti a geometria variabile, quelli che il governo snocciola, quando è il caso di propagandare una riforma che di buono non ha affatto nulla.

Le cattedre che rimarranno scoperte stanno lì a testimoniare che il piano del governo è miseramente fallito oltre ogni proclama trionfalistico, barando clamorosamente e mentendo sui veri dati in possesso al Miur. Una lotteria autentica che prosegue con l'algoritmo che influenzerà la vita di oltre 25.000 meridionali. A tanto arriva infatti il numero di domande da parte di chi se è visto sprangare le porte all'immissione in ruolo nei posti d'origine. Cattedre che appaiono e scompaiono misteriosamente a richiesta. Il Manifesto scrive che vanno coperti ancora 7.000 posti, oltre a quelli avanzati dalle rinunce alla presentazione delle domande dei precari delle Gae.

Il ricatto

Il segretario della Cisl Francesco Scrima sostiene che dietro ai numeri rilasciati dall'esecutivo si cela il disagio di tantissime famiglie che non trovano sbocchi occupazionali, specialmente nel Sud Italia.

Si è detto vergognosamente che si voleva il lavoro sotto casa quando invece, come storicamente dice il precariato, il lavoro viene cercato la dove c'è. Quando si parla di ricatto non si va molto lontano dal vero perché è stato proprio in virtù della politica che si è messi di fronte i docenti ad una scelta difficile e dolorosa. Un prendere o lasciare che non cesserà di avere i suoi effetti devastanti anche sul piano giuridico.