Il presidente Inps, il professoreTito Boeri, rilancia ed insiste sulla necessità di rivedere e riformare strutturalmentela vigente legge Fornero sulle Pensioni.Secondo l'economista bocconiano occorre prevederenuovi elementi di flessibilità in uscitamettendo in camponuovi e più adeguati meccanismi più ad ampio respiro, tenendo conto sempre della precarietà dei conti pubblici e sulle ristrettezze economiche cui l'Europa ci impone. Boeri insiste sulla opportunitàdi una nuova normativa che meglio si addice al nostro sistema previdenziale.

Nella Legge di stabilità 2016 sono stati apportate alcune modifiche ma che al momento non sono sufficienti a rendere la previdenza e tutto il welfare italiano adeguato alle nuove necessità.

Se è vero che nella manovra finanziaria sono state inserite nuovemisure sulle pensioni, come il part-time agevolato per chi hameno di tre anni dei requisiti utili per ilraggiungimento dell'età pensionabile, con la concessione di un assegno pensionisticopieno,come la settima salvaguardia e come la parziale prorogaall'opzione donna, tutto ciò però non basta.Secondo il presidente dell'Inps la riforma pensionisticadeve restare al centro delle scelte governative e del dibattito politico, soprattuttoin questo anno 2016, come del resto, lo stesso premier Matteo Renziha più volte dichiarato.

La proposta Boeri rilancia il pensionamento anticipato

Il presidente dell’INPS Boeri rilanciauna sua proposta che consentirebbe ai lavoratori diandare un po’ prima in pensione ma "con qualche aggiustamento".

Boeri chiarisce anche che se nell'immediatoper le casse dello Stato ci sarebbero dei costi"nel medio termine no". Difatti il disavanzo pubblico che si determinerebbe subito non comporterebbe un'infrazionedelleregole UE, inoltre la sua proposta avrebbeil "nobile"obiettivo di favorire l’occupazione giovanile. Vediamo nello specifico cosa prevede la proposta Boeri.

L'ipotesi avanzata dal professore prevede la possibilità che tutti possanolasciare il mondo del lavoroa 63 annicon una decurtazione dell’assegno finale. La penalizzazionesi assesterebbeintorno al 3% ogni anno, e si azzererebbe a 66 anni e 7 mesi, conil diritto alla pensione piena. Chi, ad esempio, si ritira con il massimo anticipo possibile, quindi a 63 anni e sette mesi, avrebbe una pensione decurtatadel 9,4% e al 3,3% a 65 anni e 7 mesi.

Per i lavoratori precoci non esisterebbero penalizzazioni avendo iniziato a lavorare giovanissimi anche a meno di 18 anni,accedendoallapensione anticipata senza taglio dell’assegno.

Vedremo come andrà a finire.Seguiteci, come sempre vi terremo aggiornati.