Concorso scuola sempre più nel caos, a soli dieci giorni dall'inizio delle prove, almeno secondo la calendarizzazione predisposta dal Miur attraverso l'ordinanza ministeriale pubblicata lo scorso 12 aprile. I dubbi in merito alla regolarità dello svolgimento della prova scritta si moltiplicano ed ecco perchè l'Anief si rivolge all'amministrazione centrale, chiedendo uno slittamento di due settimane per l'avvio della selezione.

Ultime news scuola, lunedì 18 aprile 2016: Anief chiede rinvio della prova scritta

Le ragioni sono evidenti, così come evidenziato da Orizzonte Scuola.

In primo luogo, le grandissime difficoltà che si stanno incontrando in diverse regioni per quanto concerne la formazione delle commissioni d'esame: lo slittamento dei termini, finalizzate a trovare personale disposto a ricoprire le cariche di commissari o presidenti, testimonia l'enorme disagio incontrato da molti USR. In secondo luogo, la ricalendarizzazione degli elenchi relativi alla distribuzione dei candidati ha creato una nuova ondata di polemiche e di proteste da parte di tutti quegli insegnanti che avevano già prenotato il loro albergo: come senz'altro saprete, una prima stesura degli elenchi aveva tenuto conto dell'ordine relativo alla data di nascita dei candidati; in seguito, il Miur, ammettendo il 'mero errore', ha ordinato una nuova pubblicazione degli elenchi.

Attesa decisione del Consiglio di Stato sui decreti monocratici Tar del Lazio

Non solo. Nei prossimi giorni è attesa la decisione del Consiglio di Stato che dovrà esprimere il proprio parere in merito ai decreti monocratici urgenti emessi dal Tar del Lazio a favore di numerosi docenti non abilitati, quali, ad esempio, laureati, diplomati magistrali a indirizzo linguistico e insegnanti tecnico pratici.

Per i suddetti motivi, Anief ritiene che l'avvio del concorso debba essere fatto slittare di almeno due settimane, vale a dire non prima del prossimo 12 maggio. Vedremo quale sarà la risposta da parte dell'amministrazione centrale: tenendo presente l'oramai nota 'sordità' del governo a qualsiasi richiesta che vada in direzione opposta a quanto deciso in precedenza, si ritiene che la richiesta del sindacato possa avere scarse probabilità di trovare accoglimento.