Nel corso della trasmissione "Omnibus" su La7 questo Lunedì 2 gennaio è intervenuto il deputato del Partito Democratico Andrea Romano, che da settembre è anche condirettore del quotidiano L'Unità assieme a Sergio Staino. Ecco le sue dichiarazioni sui temi del Lavoro.
'E' falso dire che reintrodurre l'articolo 18 darebbe più lavoro ai giovani'
Per prima cosa Romano si è soffermato sulla possibile reintroduzione dell'articolo 18, richiesta dal referendum della CGIL: "Il pericolo di restaurazione sui temi del lavoro è molto forte. Il dibattito sul tema è già oggi molto ideologico. Sostenere che l'articolo 18 così come era prima tutelava chi non aveva lavoro e tutelava la dignità del lavoro è parzialmente vero. Ricordo che nel 2014 su 100 lavoratori solo 15 erano tutelati dall'articolo 18 ed era una pura fantasia pensare che un giovane trovasse un lavoro coperto dall'articolo 18. Ricordo che i 600 mila posti di lavoro persi dal 2009 in avanti erano tutti tutelati dall'articolo 18. Quindi l'articolo 18, che pur ha avuto un senso negli anni Settanta dopo l'approvazione dello Statuto dei Lavoratori, aveva perso il suo senso negli ultimi anni. L'alternativa non può essere fra un presente paradisiaco, di cui nessuno comunque parla, e il ritornare a 40 anni fa. Piuttosto serve trovare nuove forme per dare lavoro e per tutelare chi il lavoro rischia di perderlo, ciò non ha niente a che fare con il ritorno a un passato che non tornerà. Poi ognuno può essere nostalgico di ciò che vuole. Però è una falsità dire che il ritorno all'articolo 18 darebbe più lavoro ai giovani o tutelerebbe chi rischia di perdere il lavoro".
'Abolire i voucher significa ricacciare nel lavoro nero molte persone che ne sono uscite'
Inoltre il deputato del Pd si è soffermato sul tema dei voucher, la cui abolizione è contenuta nel referendum della CGIL: "Non è vero che i voucher non servono a niente: ricordo che essi non hanno niente a che vedere con il Jobs Act e anzi nell'ultimo anno il Governo Renzi ha fatto dei provvedimenti per evitarne gli abusi. Può essere fatto di più, come toglierli da alcuni settori, ad esempio l'edilizia in cui si annidano alcuni abusi. Però ricordo che oggi i voucher sono usati dallo 0,25% della forza lavoro, pari a circa 40.000 lavoratori. Toglierli a tutti significherebbe ricacciare nel lavoro nero molte persone che ne sono uscite grazie ai voucher. Potremo fare delle correzioni. E' ideologico invece chi, come la CGIL, dice che oggi sui voucher non tratta. Vediamo come possono essere utilizzati meglio, ma sostenere che essi vanno aboliti assomiglia più a una guerra di religione, che a un'opinione legittima di chi vuol tutelare i lavoratori".