Nel prossimo incontro tra il ministro dell'Istruzione, Valeria Fedeli e le rappresentanze sindacali, fissato per martedì prossimo, 10 gennaio 2017, si parlerà anche di bonus valutazione docenti? Anche se l'argomento principale di discussione resterà, naturalmente, il nuovo contratto mobilità 2017/8, si renderà necessario parlare anche del cosiddetto bonus del merito, il quale è riuscito nell'ardua impresa di scontentare tutti i docenti.

Ultime news scuola, 6 gennaio 2017: bonus valutazione docenti, altro flop Buona Scuola Renzi

Come saprete, l'importo del premio è stato accreditato nella busta paga del mese di dicembre ed ha riguardato circa un terzo dei docenti di ruolo della Scuola pubblica italiana: in primis, dunque, ad essere scontenti sono tutti coloro che non lo hanno ricevuto.

Ma anche chi è stato 'premiato', ha dei buoni motivi per lamentarsi: c'è chi ha protestato perchè l''elemosina' del governo è una presa in giro (in media l'importo si aggira intorno ai 600-700 euro per di più lordi) e c'è naturalmente chi si è arrabbiato per aver scoperto di aver preso meno del collega, se consideriamo che l'importo minimo è di circa 200 euro e il massimo di 1.200.

Troppe differenze di giudizio. Basti pensare che nel Lazio è stato premiato quasi la metà dell'organico (47 per cento) mentre in Lombardia ci si è fermati al 37 per cento: vuol dire forse che i professori lombardi valgono di meno rispetto a quelli laziali?

Contratto scuola 2017 e bonus valutazione docenti: in vista due ipotesi

L'ineccepibile dato di fatto è che il bonus valutazione docenti, così come è stato concepito dalla Buona Scuola renziana, si è rivelato un clamoroso flop ma questo già si sapeva sin da quando venne messo nero su bianco attraverso la legge 107. Ora, però, serve cambiare rotta, immediatamente.

Le ipotesi allo studio saranno principalmente due: la prima è quella di abolire il bonus, facendo contento chi l'ha sommerso di critiche; la seconda (e sarebbe un'altra farsa) quello di metterlo in busta paga, nell'ambito dell'auspicato rinnovo di contratto, il cui ultimo step è rappresentato dall'accordo Madia-sindacati dello scorso 30 novembre.

Quel che è certo è che non sarà nè il bonus 'elemosina' per il merito, nè gli 85 lordi promessi dal governo a risolvere la drammatica situazione degli stipendi dei docenti: serve ben altro per rimediare alla vergogna di un contratto fermo da troppi anni e che ha prodotto una perdita media di quasi 200 euro al mese.